L’omicidio di Vito Stassi

Mario Guido Faloci

Il 28 aprile 1921, la mafia uccide il dirigente socialista

Quarantacinque anni, sindacalista e politico locale, rappresentante della minoranza albanese, Vito Stassi Carusci (adattamento del suo nome originario Vituci Stasi Karushi) fu ucciso da tre sicari armati di fucile, con numerosi colpi, mentre rientrava a casa, da una riunione del circolo socialista.

Come già tante altre volte, anche col suo omicidio la mafia intendeva sovvertire la forza che andava acquisendo il movimento contadino, dopo il cosiddetto “biennio rosso”. A Piana dei Greci (comune poi divenuto Piana degli Albanesi), la sinistra aveva radici solidissime e quell’assassinio rientrava in una strategia della mafia, per conquistare la “piana rossa”.
Conosciuto per la sua bontà d’animo, già a soli 24 anni aveva ricevuto l’incarico di tenere la cassa del disciolto partito. Autodidatta, la sera leggeva, spiegava e commentava gli articoli della stampa socialista, per i contadini analfabeti, rappresentava con altri l’ala intransigente del Partito Socialista, quella che si opponeva a qualsiasi compromesso con la mafia.

Più volte consigliere comunale, diresse la Cooperativa Agricola Anonima in anni difficili per il partito e, in quanto ammiratore della rivoluzione sovietica, in occasione dello sciopero contadino del 1919 fu soprannominato Lenin.
Pur col suo stile misurato, fronteggiò apertamente mafiosi e gabellotti. Ai gesti di sfida, si opponeva con decisione, ma mai con violenza, come quando i mafiosi portarono le loro vacche a pascolare sul suo feudo, disse solo: “Non preoccupatevi compagni, che ci faremo rimborsare!”

Al processo di Palermo tutti gli imputati dell’omicidio furono assolti e, dopo di allora, ai lavoratori guidati dal Partito Socialista, fu impedito con la violenza di svolgere attività politica e sindacale.
Ma per tanti anni ancora, almeno fino alla strage di Portella della Ginestra del 1° maggio 1947, gli arbëreshë (gli albanesi d’Italia) hanno rappresentato una decisa forza di opposizione alla mafia.

Nell’aprile del 2013, il Presidente del Senato Piero Grasso, hanno inaugurato assieme ai rappresentanti della sua minoranza, una lapide in sua memoria a Piana degli Albanesi.

di Mario Guido Faloci