La primavera dei profughi

Claudio Caldarelli Direttore Responsabile

“La primavera dei profughi” è il titolo del rapporto pubblicato dalla Caritas e dalla Fondazione Migrantes di cui è direttore generale monsignor Gian Carlo Perego. Dal rapporto emergono dati sui quali è necessario riflettere, per capire fino in fondo, l’impegno della Chiesa, per l’accoglienza dei migranti, dopo l’esortazione di papa Francesco del 6 settembre 2015. Quasi un quarto dei profughi sbarcati in Italia è accolto dalla chiesa cattolica, ma non tutte le parrocchie ospitano chi fugge “dalla morte per la guerra e per la fame”, come ha chiesto papa Francesco. C’è un profugo ogni dieci comunità, non quattro in ogni parrocchia, come auspicato da monsignor Perego.
“La primavera dei profughi” tarda a sbocciare, segna il passo in troppe comunità, per una serie di problemi di diversa natura. Ad esempio, ci sono 50 diocesi in cui i migranti non hanno trovato un posto. Indubbiamente l’impegno del volontariato cattolico, dei parroci, è intenso: ad aprile gli ospiti erano 22mila. Ma la maggior parte è ospitata con i fondi statali: 13.896 nei Centri di Accoglienza Straordinaria (Cas) e 4.184 erano nei centri del Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar). Solo 3.500 soggiornavano nelle parrocchie coi fondi diocesani, ma in questo dato ci sono i circa 1.000 dell’Arcidiocesi di Siracusa, che include i centri di Pozzallo e Augusta.
Quindi i profughi ospitati nelle 26.000 parrocchie italiane, sarebbero 2.500, circa uno ogni dieci comunità. “In alcune diocesi si riscontrano difficoltà da parte delle parrocchie ad avviare esperienze di accoglienza e integrazione sul territorio”, si legge nel rapporto della Caritas e di Migrantes. Problemi, alcuni risolvibili e altri no, spesso mancano le competenze, i fondi, la burocrazia e l’ostilità esterna ad accogliere condiziona molto le comunità. Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione della Caritas Italiana dice che:”…alcuni parroci non hanno strutture, altri puntano su altri tipi di assistenza, altre parrocchie non hanno persone con l’esperienza necessaria…la Caritas ha dei piccoli centri che forniscono mediazione culturale e linguistica, abiti, mensa, uno sportello lavoro. A volte non si può dare un letto, ma possiamo dare una mano così, non ci sono solo problemi pratici, la questione è cosa avviene dopo. Bisogna creare il contesto favorevole per l’integrazione”.
Alcune diocesi accolgono tantissimi migranti, le più attive sul fronte dell’accoglienza sono Milano, Torino e Bergamo. La Caritas milanese coordina 135 parrocchie, 35 comunità e 13 istituti religiosi che ospitano 300 persone. Il cardinale di Milano, Angelo Scola, ha richiamato le parrocchie ad un maggiore impegno sul fronte dell’accoglienza ed ha avviato un censimento per trovare nuovi spazi per i prossimi arrivi. A Torino hanno messo a disposizione 42 strutture per 219 ospiti. A Bergamo la Caritas locale ospita 1.387 migranti, la maggior parte è nei Cas, ma hanno messo a disposizione anche venti appartamenti delle parrocchie. “Molti non sono autonomi, prima devono stare nelle strutture medio-grandi e imparare un po’, poi li affidiamo alle parrocchie per una accoglienza mirata. Non vogliamo toppare e coinvolgiamo tutti, così finora non siamo mai stati osteggiati dai sindaci di nessun colore politico”. Afferma don Claudio Visconti, responsabile della Caritas di Bergamo.
Poi ci sono i volantinaggi della Lega Nord, contro l’arrivo nelle chiese dei migranti, ma abbiamo aperto lo stesso la casa dell’accoglienza venerdì 20 maggio, dice don Claudio. A Saronno invece la giunta leghista ha bloccato l’arrivo di 32 profughi in un immobile della chiesa. Poi ci sono i parroci che non vogliono stranieri, come don Luigi Larizza a Taranto o don Luigi Chizzolini che non vuole accogliere nelle parrocchie che dipendono da lui, Arnasco, Onzo, Vendone, che appartengono alla diocesi di Albenga e Imperia.
Papa Francesco ha chiesto che le chiese siano aperte per accogliere, che rimangano aperte senza orari, che gli orari delle chiese mettono tristezza. Papa Francesco ha invitato i parroci ad accogliere almeno una famiglia in ogni chiesa. Un invito forte, significa 26.000 famiglie per 26.000 chiese. Un obiettivo per adesso difficile da raggiungere, ma Bergoglio è tenace e la chiesa sta cambiando, ha iniziato il cammino della povertà, il cammino di Francesco e “la primavera dei profughi” si avvicina, sta per sbocciare.

di Claudio Caldarelli

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