La guerra dell’olio

Fois

Prezzi alle stelle, pochissime scorte e l’Italia che perde decisamente il passo in confronto agli altri produttori europei. Primo fra tutti la Turchia, seguita a ruota dalla Spagna, mentre la penisola e la Grecia soffrono.

La Coldiretti lancia l’allarme e stima un crollo della produzione del 38 % rispetto all’anno scorso. Trecento milioni di chili: questa la proiezione della produzione italiana di olio per questa stagione, un dato preoccupantemente vicino ai minimi storici. Le scorte di olio d’oliva extravergine termineranno nel giro di soli sei mesi e si prevede una massiccia importazione di olio dai paesi esteri. Un dato sconcertante, visto che l’Italia si attesta comunque, nonostante l’evidente calo, come secondo produttore mondiale del 2016/2017. “La Puglia si conferma essere la principale regione di produzione nonostante il calo – si legge in una nota della Coldiretti – mentre al secondo posto si trova la Calabria con una riduzione della produzione inferiore alla media nazionale e sul gradino più basso del podio si trova la Sicilia dove il taglio dovrebbe essere più marcato a causa  delle condizioni meteorologiche primaverili che hanno causato perdite in fioritura. Complessivamente nel Mezzogiorno si stima un calo produttivo del 39%, al nord di appena il 10% mentre al centro del 29%, con la Toscana in linea con questa riduzione”.

La situazione italiana riflette in parte quella mondiale dove si prevede una storica carestia dei raccolti per effetto del crollo della produzione anche in Grecia con circa 240 milioni di chili (-20%) ed in Tunisia dove non si supereranno i 110 milioni di chili (-21%) mentre in Spagna, che si conferma leader mondiale, si stimano circa 1400 milioni di chili, in linea con l’anno scorso. In controtendenza la Turchia che aumenta la produzione del 33% per un totale di 190 milioni di chili.

Perdere il passo anche nel settore agroalimentare rappresenta per l’Italia motivo di sconcerto e preoccupazione. Tuttavia, le nuove misure europee per la ripresa del settore, lasciano ben sperare. Solo con i Piani di Sviluppo Rurale, lanciati quest’anno, sarà possibile rendere le produzioni nostrane competitive, e tornare un domani a prezzi e qualità degni del nome che porta l’olio extravergine d’oliva italiano.

di Giovanni Antonio Fois

 

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