Piccole, universali coincidenze nel romanzo di Domenico Dara

“Io credo che le sole cose certe in questo mondo siano le coincidenze”, diceva Leonardo Sciascia. Stupirsene, ignorarle o notarle sta all’indole di ognuno: annotarle, sezionarle e unirne fila è il vero mestiere del postino di Girifalco, il micromondo calabrese vero protagonista di “Breve trattato sulle coincidenze” del calabrese Domenico Dara, che con il suo primo romanzo ha vinto svariati premi e creato un raro meraviglioso equilibrio di storie, avventure e poesie.
Girifalco alla fine degli anni ’60 va avanti con il tempo scandito dalle vicende dei suoi abitanti, senza correre dietro al tempo dell’Italia del boom economico, delle speculazioni edilizie e della corruzione, stupendosi e osservando la corsa del mondo verso il progresso e la scoperta della luna. In un lento, ciclico susseguirsi e incrociarsi di nascite, amori e dipartite, tocca al postino del paese sfiorare gli eventi con il tocco di una penna per modificarne, in modo più o meno drastico, il corso. In una vita in cui la rinuncia sembra essere stata la prima scelta, e l’osservazione del mondo la seconda, il postino – senza nome fino all’ultima pagina – possiede un solo sfogo e dono: la scrittura. Ma non nella sua dimensione privata, mai nelle forme definitive di una nuova storia che si fa redenzione e salvezza. La scrittura è per il postino mezzo pubblico per aprire e studiare le persone e le vite tramite le lettere che i suoi compaesani spediscono e ricevono; la parola scritta, a Girifalco da Roma o dall’America, o da vicolo a vicolo, è capace di modificare destini più di uno sguardo rubato o di una minaccia. E così, sempre a fin di bene, il postino tiene e registra un breve trattato sulle coincidenze che vede realizzarsi sotto i suoi occhi, e che soltanto quel certosino lavoro di taglia e cuci con le parole altrui rende possibile.
Con un garbo e una leggerezza che sulle pagine bianche arrivano direttamente da quei piccoli borghi che, come Girifalco, conoscono ancora, nonostante la furia del mondo, la lentezza del tempo, degli sguardi, della pazienza, in un alternarsi di stagioni lontane e dimenticate, Domenico Dara racconta, grazie al suo postino, storie semplici e profonde insieme, intime e allo stesso tempo universali, unite da una poesia che pervade la scrittura italo-dialettale sino a invadere la trama in ogni angolo. Un piccolo capolavoro su uno scorcio d’Italia facile da immaginarsi davanti ai propri occhi, in un libro da leggere e rileggere.

Di Giusy Patera

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