Il grido dei poveri

I poveri gridano perchè hanno fame. Gridano perchè sono vittime di ogni genere di soprusi. I poveri sono gli ultimi della terra e si trovano in ogni paese del mondo. I poveri sono poveri allo stesso modo ovunque si trovino. I poveri muoiono di fame, non hanno medicine per curarsi. I figli dei poveri sono malnutriti e muoiono di fame o di malattia. I poveri muoiono nella indifferenza del mondo occidentale, nella indifferenza del mondo ricco, che non ripartisce in modo equo le risorse. Anzi, il mondo ricco ripartisce le risorse nei paesi poveri, ma sotto forma di armamenti, bombe, mine antiuomo, carri armati, mitragliatrici, fucili, granate, munizioni e tanto altro. Il mondo ricco fomenta le guerre, accende focolai, divide per etnie, costruisce alleanze, le disfa e poi le ricuce, con il solo interesse di fornire armi per trarre profitto.

Un profitto sporco, immorale, vergognoso.

Ma questi valori per loro non valgono, il mondo ricco ama il denaro, idolatra il vitello d’oro. Il mondo ricco è avido. Talmente avido che lascia i valori etici e morali ai poveri. I poveri che gridano per fame e che fuggono dalle guerre che il mondo ricco determina. L’antropologo Arjun Appadurai aggiungerebbe che la povertà estrema è quella in cui viene uccisa anche la capacità di aspirare, di immaginare di poter cambiare la propria condizione. È una questione di risorse materiali, ma anche di controllo sul proprio orizzonte di vita, sul senso di dignità e valore personale. In questo senso, scrive Arjun, la povertà è una forma specifica di disuguaglianza, e sappiamo che la disuguaglianza limita la libertà. I poveri gridano perche hanno fame ma anche perche non sono liberi.

I poveri accetano qualsiasi lavoro, anche squallido, squalificante e a qualsiasi condizione, così da poveri diventano “schiavi”. Si, i poveri sono anche schiavi. Schiavi della loro condizione di povertà. La povertà costituisce la pricipale causa, ma non l’unica, di esclusione sociale o emarginazione. Si parla di povertà estrema quando una persona, una comunità o tutti gli abitanti di una intera regione sono costretti a vivere con meno di un dollaro al giorno. Meno di un dollaro al giorno per procurarsi cibo, acqua, medicine e tutto ciò che serve per vivere una vita dignitosa. Nel mondo, più di un miliardo di persone vivono in condizioni di povertà estrema, poi ci sono i poveri, che non hanno, accesso ai beni e servizi come ospedali, scuole, trasporti, che sono malnutriti  e lavorano come schiavi nei latifondi e nelle fabbriche dei ricchi, Sono ugualmente poveri e gridano. La fame, fa gridare. Poi ci sono i poveri meno poveri, che vivono con 2,5 dollari al giorno ( circa 2 euro) sembra impossibile, sono quasi 3 miliardi, ma è così. La fame grida dallo stomaco.

Poi ci sono gli assetati, cioè i poveri che hanno fame ma anche sete perchè non hanno accesso all’acqua. Sono più di 1 miliardo le persone che non hanno accesso all’acqua potabile, di questi circa 450 milioni sono bambini. E gridano, hanno sete e gridano. Su 2,2 miliardi di bambini al mondo, circa la metà vive in povertà e più di 22.000 bambini muoiono ogni giorno a causa dell’indigenza, e gridano. Gridano. Almeno 1 miliardo dei poveri sono totalmente analfabeti, incapaci di scrivere il proprio nome.

Miliardi di persone, uomini, donne e bambini, vivono in povertà, hanno fame, muoiono di fame. Gridano. Gridano. Gridano. Ma nessuno ascolta il grido dei poveri. Eppure la produzione agricola attuale del mondo basterebbe a fornire a ogni essere umano vivente una dieta quotidiana di 2720 calorie, cioè il fabbisogno giornaliero. Ma le 300 persone più ricche del mondo possiedono la ricchezza dei 3 miliardi di poveri, e non ascoltano il grido dei poveri.

di Claudio Caldarelli

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