L’OLIVELLA GEME AL PALATO
Cercare un vino che s’intorce alle radici carezzando poi le foglie in un riverbero d’annata sospirando al palato, non è facile. In questo passeggio continuo vengo attratto da uno stand particolare, diverso, accogliente: Le Donne del Vino.
Vinòforum 2020 è una continua scoperta, ogni passo una sorpresa. Le Donne del Vino mi affascinano, penso che il vino sia donna e abbia molto da raccontare in fatto di sentori, umori, profumi e odori.
Storie che vengono da lontano come l’Olivella di Casale Della Ioria. Così come ce la racconta Marina Perinelli dal viso coperto da una mascherina luccicante.
L’Olivella, una storia di ricerca che parte da Anagni. Questo rosso del frusinate nasce da una vecchia vite, piedefranco, tanti anni fa. Un rosso dal colore giovane ma che regge bene i suoi tre o quattro anni d’invecchiamento “mantenere in vita il vitigno, è stato per me e mio marito una scommessa, ed il risultato ci da soddisfazione”.
“l’ombra siderea che inghiotte le stelle / e incorona la notte / si scioglie lungo la volta. / L’estate sorvola gli embrici / la stagione dei lunghi richiamI / è già prossima/. Qui restano i silenzi…” Un verso bellissimo del mio amico poeta Luigi Manzi. A questo verso penso, ascoltando Marina che racconta l’Olivella con l’affetto di una mamma che carezza la figlia, mentre lentamente mando giù l’ultima goccia di questo vino inusuale ma garbato, diverso anche nel tannino che sospira senza graffiare. Casale della Ioria, l’Olivella, in cima all’etichetta l’ulivo dai rami intrecciati a comporre un’infinità a cui manca il terzo cerchio lasciato alla nostra immaginazione data dal sentire, fatto di luce di un retrogusto definito da Marina: erbaceo che trabocca in un volo che ti sorprende e ti rende felice.
di Claudio Caldarelli