Rotta balcanica: profughi abbandonati al gelo

Rotta balcanica, unico corridoio, non ufficiale, per l’Europa. Unica via di salvezza per migliaia di profughi che fuggono dalle guerre del medio oriente. Una intera umanità, donne, uomini, bambini, abbandonati alla morsa del gelo e della neve, senza viveri, senza indumenti adatti al clima proibitivo. Abbandonati da una Europa sempre più centrata su se stessa, alla ricerca di milioni di dosi di vaccino per salvare i suoi residenti, ma che lascia morire di freddo migliaia di bambini e donne. Hanno fame. Hanno freddo. Non sanno cosa sia il Natale o il panettone o il cenone. Muoiono. Muoiono di freddo e fame. 

L’Oim dice “aprite le frontiere, si rischia una catastrofe umanitaria”. Ma l’ennesimo eccidio già si compie, in questi giorni di festa, dove tutti sono indaffarati per festeggiare un nuovo anno, dimenticando i fratelli profughi. Fratelli tutti. Ma come si può far morire un fratello, solo perché viene da lontano. Come si può far morire una sorella, solo perché viene da lontano. “Orrore. Non c’è altro termine per descrivere quanto sta accadendo in quel che resta del campo profughi di Lipa”. Così Vanja Stokic, caporedattrice del sito di informazione di Banja Luka, Etrafika. La tendopoli è andata a fuoco mercoledì scorso. Il campo ospitava più di 1400 migranti in transito per raggiungere l’Europa che li respinge con i manganelli. Le frontiere sono sigillate. Nessuno può passare. Restano bloccati per anni, così tentano il “game” il gioco al massacro direzione Europa dove sei fortunato se ti resta la pelle addosso. 

Migliaia di persone vagano, al freddo e alla fame, nel tentativo di arrivare in Europa. Ma non ce la fanno. Non ce la faranno. Sono soli. Soli e abbandonati. E l’inverno uccide, in questo angolo d’Europa, più delle bombe. L’inverno uccide senza pietà con il braccio armato della indifferenza europea. 

di Claudio Caldarelli