Anche lo Yemen risente della guerra in Ucraina

Lo Yemen devastato da sette anni di scontri e bombardamenti, rischia di essere dimenticato per quello che accade in Europa. La guerra in Ucraina sta avendo forti ripercussioni in diverse aree del mondo e come spesso accade, a pagare di più sono i poveri e le persone già stremate da altre guerre, come sfollati e profughi.

Così questa guerra europea ha ulteriormente aggravato la situazione, mettendo in crisi le già ridotte importazioni di grano e olio da cucina, fino ad ora lo Yemen importava circa il 42% del grano direttamente dall’Ucraina.

La prima conseguenza immediata è il drammatico aumento dei prezzi, a cui una popolazione senza lavoro e altri mezzi di sostentamento, non può far fronte. Si pensi che solo nella prima settimana dallo scoppio del conflitto, nella capitale Sana’a, il prezzo del pane è aumentato del 35%.

Per non contare delle ripercussioni legate all’energia e al petrolio. I prezzi del carburante sono aumentati del 543% dal 2019, triplicando solo negli ultimi tre mesi. Talvolta si può stare in fila anche tre giorni per riuscire a fare rifornimento e di conseguenza il trasporto degli aiuti nel Paese e in arrivo dall’estero sono sempre più difficili da sostenere.

Il costo dei trasporti è talmente alto che gli agricoltori non portano più i loro prodotti nei mercati, causando un ulteriore aumento dei prezzi; le persone non riescono a raggiungere gli ospedali; per mancanza di carburante molte strutture sanitarie potrebbero chiudere, come successo nei giorni scorsi a Taiz con l’ospedale Al Thawra.

Le persone non possono più permettersi di comprare l’acqua che arriva con le autocisterne e quindi bevono e usano acqua sporca. In città l’elettricità può mancare anche per 10-12 ore al giorno.

Dunque a 7 anni dall’inizio della guerra in Yemen, il prezzo pagato dalla popolazione è sempre più alto. Le vittime civili aumentano mese dopo mese mentre un intero popolo che dipende per il 75% dagli aiuti internazionali per sopravvivere, è costantemente minacciato dall’assenza di cibo e acqua, dalle bombe che piovono dal cielo e dalle mine disseminate su campi e strade.

Il conflitto in Ucraina ha fatto letteralmente salire i prezzi dei beni alimentari alle stelle, cifre impossibili da sostenere per gente straziata da anni e anni di guerra, di cui si parla poco, pochissimo.

Perché ci sono guerre di serie A e guerre di serie B, perché le persone non sono e non saranno mai uguali, dipende tutto dal luogo in cui sono nate e se quel luogo può essere o meno oggetto di forti interessi internazionali per il resto del mondo.

Allora come succede nella vita di tutti i giorni, voltiamo la testa, non sappiamo, e ciò che non vogliamo vedere non esiste.

E sarebbe fin troppo facile fare psicologia spicciola ma basta pensare che nel piccolo delle nostre metropoli, delle città in cui viviamo la maggior parte delle persone adotta lo stesso sistema.

Gli emarginati si confondono con l’asfalto su cui dormono, rannicchiati al freddo sotto porticati che noi non vediamo perché è facile criticare ciò che succede nel mondo ma nel nostro piccolo, in quel piccolo orticello che ci siamo costruiti, abbiamo innalzato muri che fanno paura, che lasciano brividi sulla pelle, abbiamo perso l’umanità, il rispetto per l’altro, la solidarietà, l’istinto a porgere una mano a chi sta peggio di noi, la voglia di aiutare il prossimo.

Abbiamo perso la nostra dignità ed è questa la guerra che fa più terrore.

di Stefania Lastoria