Amy Winehouse
La voce unica, personale, calda e profonda, in armonia con la sua inquietudine. Amy Winehouse lascia dentro di noi la gioia dello sgomento ogni volta che là si ascolta. L’artista inglese piace a tutti, anche agli appassionati del jazz o del progressive. Ci ha lasciato troppo presto, ma le sue canzoni le porteremo dentro di noi, ovunque andiamo.
Amy Winehouse aveva qualcosa di speciale che non avevano altre artiste o artisti. Le sue canzoni non erano rassicuranti, neanche “Rehab” in cui dichiarò al mondo che non voleva disintossicarsi. Assoglia, la sua vita, un po’ a quella di Kurt Cobain, il cantante dei Nirvana, anche lui morto troppo giovane.
Sicuramente Amy andava aiutata, invece di farla precipitare nell’abisso del non ritorno. Era una fonte di guadagno, per tutto il circo che gli girava intorno, ma quel circo non la aiutata come doveva. È morta il 23 luglio 2011, a soli 27 anni. Troppo pochi anche se la sua leggenda rimarrà nella storia della musica.
Ondarock scrive “…è entrata ufficialmente a far parte dell’inquietante club dei 27, terribile luogo immaginario che ospita già da tempo, oltre al leader dei Nirvana, anche Jim Morrison, Jimi Hendrix e Janis Joplin, giusto per citare i nomi più clamorosi. Tutte rockstar straordinarie, tutte rapite alla stessa età dalla signora con la falce, vuoi per proprio volere, vuoi come estrema conseguenza dei rispettivi eccessi”.
Una vita a volte disastrosa, a volte inquieta, sempre in bilico o sul filo del rasoio, ma riesce a cantare canzoni memorabili, ad incidere dischi immortali come l’album “Frank” disco elegante ma ancora acerbo, un incrocio jazz rock e mood. Si contamina con la bossa nel disco “Cherry” ma plasma la sua voce soprattutto in “Amy Amy Amy” o nel variegato “You Sent Me Flyng”.
Amy Winehouse una voce che ci accompagnerà nella nostra malinconia aiutandoci a superare i nostri abissi e rimettendoci al centro della vita, canticchiando sommessamente le sue canzoni.
Emanuele Caldarelli