Albania-Svizzera, il derby del Kosovo

Lamberto

In origine furono i Boateng, al Mondiale, ad inaugurare lo strano caso dei fratelli contro: stessi genitori, nazionali diverse. Jerome quella tedesca, Kevin quella del Ghana. Ora invece è toccato agli Europei di Francia, protagonisti gli Xhaka: Granit gioca con l’Arsenal e con la Svizzera, ed è nato a Basilea un anno prima di suo fratello Taulant, classe 1991, maglia dell’Albania sulle spalle.

Si sono scontrati a viso aperto lo scorso 11 giugno allo stadio di Lens, ad avere la meglio è stata la nazionale svizzera. In mezzo al campo due fratelli avversari.

Genitori di origini albanesi, costretti a scappare durante la guerra del Kosovo nel 1999 insieme ad altre 53 mila persone. L’apice di un flusso che ha radici lontane nel tempo, dagli anni sessanta quando Berna e Belgrado siglarono un accordo per controllare i movimenti migratori provenienti dalla Jugoslavia fino alle persecuzioni di Milosevic a cavallo tra 80’ e 90’.

Il risultato sono 190 mila kosovari in Svizzera. E il calcio, specchio come nessun altro della società, incarna nel pieno questa presenza. La nazionale crociata è, insieme a quella tedesca, tra le più multietniche del mondo. Degli 11 giocatori scesi in campo contro l’Albania per cinque era un derby: Dzemaili, Shaqiri, Mehmedi, Behrami e Xhaka. Tutti con il passaporto albanese in tasca. C’è spazio poi per Djourou in difesa, nato in Costa d’Avorio, o per Ricardo Rodriguez, padre spagnolo e madre cilena, e per Seferovic in attacco, di origine bosniache.

E la storia non cambia per la nazionale di Tirana, allenata dall’italiano Gianni De Biasi: quasi metà squadra è nata o cresciuta sulle Alpi.

Svizzera e Albania si erano già scontrate per le qualificazioni agli Europei. Alla prima partita, giocata a Lucerna, sugli spalti c’erano 17 mila tifosi, di cui 10 mila albanesi che hanno riempito di fischi i calciatori kosovari che avevano scelto la nazionale di Berna. Anche la gara di ritorno si è giocata sul filo della tensione, con il partito nazionalista, l’Alleanza rossonera, che ha invitato Shaqiri, Dzemaili e Behrami a non scendere in campo.

Giocarono tutti. E alla fine segnò proprio Shaqiri.

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