Pietro Sanua, l’ambulante che osteggiava il racket a Corsico – Milano

Pietro Sanua, commerciante ambulante ucciso a Corsico (MI) il 4 febbraio 1995, rientra nella purtroppo nutrita casistica delle vittime dimenticate della mafia. I suoi assassini non sono mai stati scoperti e nessuna testimonianza è stata mai messa a verbale. La conseguenza, ovvia, fu che la giustizia si arenò quasi subito e nessun processo venne mai istituito per quel delitto. Sanua, 47 anni, oltre a vendere frutta e verdura, era il presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Venditori Ambulanti, in orbita Confesercenti, oltre che fondatore di “SOS Impresa”, associazione che si batteva per la trasparenza nel commercio ambulante. Ma la trasparenza non va d’accordo con la mafia. E spesso neppure con la politica. Il sindacalista era entrato nella commissione comunale sul commercio ambulante, denunciando situazioni poco chiare legate all’assegnazione dei posti nei mercati. Ma le sue denunce restarono lettera morta. E anzi forse proprio per quelle si fece qualche nemico in giro. All’alba del 4 febbraio, mentre si recava al lavoro con il suo furgone diretto ai mercati di via Di Vittorio insieme al figlio Lorenzo, allora ventunenne, notò poco più avanti una Fiat Punto marrone targata Genova fare bruscamente inversione a “U”. L’auto li puntò a gran velocità e giunta fianco a fianco con il veicolo di Sanua, dal finestrino partì un colpo secco di lupara che gli trapassò il cranio. Anche Lorenzo fu ferito alla fronte dalle schegge del proiettile e non ebbe modo di guardare in faccia i killer, che si dileguarono all’istante. La loro auto fu ritrovata qualche ora dopo semicarbonizzata in un punto non distante dall’agguato. Se tra i propositi degli assassini c’era anche quello di evitare che, una volta ammazzato Sanua, qualcun’altro ne prendesse il posto, ci riuscì in pieno: dopo quel delitto nessun’altro ebbe più voglia di rappresentare gli ambulanti di Corsico, Buccinasco e Quarto Oggiaro.

di Valerio Di Marco

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