Italioti alle elezioni

Giorni pesanti questi – su FB e Twitter – non si riesce a cavalcare la notizia del giorno senza che qualche novità ti tolga l’attenzione del pubblico. Sembrava che l’evento del momento dovesse riguardare Riina: la Cassazione ha parlato di “morte dignitosa” per il boss pluriergastolano, il che ha fatto incazzare un po’ di gente che pensava che già farlo morire in carcere tra cure amorevoli e professionali, negate al 90% degli italiani, fosse più che dignitoso, per uno che passava il tempo a sciogliere bambini nell’acido. Ma lo Stato italiano, si sa, deve essere uno stato di diritto, per cui diventa difficile stabilire il confine tra dignitoso e moralmente accettabile. La morale cattolica, in questi casi, strizza l’occhio al buon Vecchio Testamento, piuttosto che al Nuovo. E gli italiani sono un popolo cattolicissimo quando c’è da lapidare qualcuno. A rubare la scena al boss dei boss, è arrivato però il solito guastafeste del M5S che ha monopolizzato l’attenzione con la sua splendida débâcle alle comunali, collezionando il record negativo di ballottaggi nelle più importanti piazze italiane al voto e riuscendo a farsi battere persino dai compagni d’avventura di Casapound. La colpa, ovviamente, va equamente distribuita tra i voti comprati dagli altri partiti e i brogli elettorali orditi sempre dagli altri partiti. A pochi sfiora l’idea che magari c’entri qualcosa quello che il M5S stesso ha combinato in questi mesi, tipo l’appoggio agli anti-vaccinisti, le posizioni fasciste di Grillo o la splendida gestione di Roma da parte della Raggi. Per fortuna c’è gente come Crimi che non si fa nemmeno sfiorare dal problema e gode, felice, dell’importante trionfo registrato dal M5S a Parzanica, una metropoli bergamasca che vanta il suo primo sindaco grillino. Meno di 400 anime, riporta il pacifico Crimi. Al prossimo Vaffanculo Day può accompagnarli direttamente lui, entrano tutti a bordo di una Fiat Multipla. In tutto questo trambusto, è quasi passata inosservata la notizia che il PD ha scaricato Alfano. Non quello impiegato alle Poste, che è il più furbo ed ha capito dov’è la poltrona sicura. Quello che ha accettato la sfida della soglia dello sbarramento al 5%, regalando a Giuseppe Miccolis di Spinoza, l’assist per una delle più belle battute dell’anno: “Alfano non arriva al 5% neppure se lo lasci tutta la notte in carica”.
Tra grillini incapaci, alfani inconsistenti, leghisti leghisti e piddini collusi, ad andare avanti è solo l’Italia dei luoghi comuni, delle barzellette e delle maschere popolari mentre l’altro Paese, quello invisibile, continua ad accrescere le schiere degli astensionisti, il popolo silenzioso che non inveisce, non urla, non si indigna perché ha capito che è tempo tolto ad una sana e motivata rassegnazione.

di Marco Camillieri

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