Dolce sentire (da Nerito al Corvo)

Venerdì 4 ottobre San Francesco.
L’amore in ogni cosa, nel crepitio delle foglie, lo scorrere dell’ acqua, nel dimenarsi delle fronde dei rami, nei pertugi dei tronchi attraversati dal vento,che tutto dimena, tutto scuote e accimenta cio che è in grado di muovere e far volare. Che tu ne sia consapevole, che tu non lo sia, vivi perennemente immerso nella beatitudine. L’unica differenza è percepirlo, comunque l’amore è la beatitudine, continua a fluire come il fiume che nasce dal Corvo e rotola alla Rocchetta.

Un fluire che se lo si riconosce, diventa manifesta ed entra in te, scorre in te, tu divieni la Rocchetta o la Cannavina, o la Sega ad Acqua, o il Chiarino. Se la percepisci sei lo scorrere del fiume tra le rocce…Nella goccia di sudore che vibra alla luce del sole, al respiro colorato dei profumi del prato calpestato da scarpe logore e armoniose, dal cinguettio della cincia che urla la sua gioia quando vede le meraviglie del creato, la vibrazione che avverte il viandante che sale dai piedi e inebria la mente pulendola dalle tarme esistenziali.

Che gioia rimirar lo passo e affrontarne uno nuovo….Noi abbiamo un significato: siamo parte di un destino fantastico che si sta dispiegando. Questo è il nostro bosco, questa è la nostra fonte vecchia, questa è la quercia di Totò, ci siamo nati. Ma questo luogo sacro ci sfugge e noi cerchiamo continuamente. Ma più cerchi più sei un mendicante perché più cerchi lontano più ti allontani dalla tua fonte battesimale.

Ma quando scopri il tuo regno, quando non cerchi più, quando sei presente, scoppi a ridere, una risata cosmica esplode dentro di te. Nerito è illusorio, ma è comunque divino. Nerito è un sogno, ma un sogno nella consapevolezza del divino. Noi siamo il sogno…Nel tempio dove si nasce, c’è il segreto dell’ esistenza, il tempo è fermo lo spazio si espande e s’incontra con altri spazi. L’illusione cade e la terza dimensione viene profanata.

Si ascende verso l’universo, dove non vi sono regole, verso l’Uno lo spazio multidimensionale dove si è un tutt’uno con l’amore, con la Madre Divina, con Dio. Così continuiamo a camminare per andare lontano ma vicino…e scendere a fondo nella carne per offrirci all’Eterno, amando la vita in tutte le sue forme, con tutti i mezzi che la rendono bella, amare la sua Unità in ogni cosa e in ogni essere. Così è in questo mondo come a Nerito tra i faggi e i castagni.

di Claudio Caldarelli e Sergio Savini

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