Gratteri il procuratore onesto amato dagli onesti

Rinascita-Scott un terremoto giudiziario, una operazione condotta dai Ros è coordinata dalla procura antimafia di Catanzaro con a capo Nicola Gratteri. Una inchiesta complessa resa ancora più difficile dagli enormi pericoli di fuga di notizie. Tre anni e mezzo di indagini racchiuse in 1263 pagine di ordinanza di custodia cautelare. Una indagine a tutto tondo che svela i legami diretti tra N’drangheta e massoneria. Una indagine che svela i legami della N’drangheta con il mondo politico tutto. Legami politici di lunga data, dalla affiliazione di consiglieri comunali, provinciale e regionali, assessori, sindaci e parlamentari, di destra, di centro e di sinistra.

Tutti in fila a fare l’inchino al clan Mancuso, decapitato, ora, da 334 persone arrestate, 260 in carcere, 70 ai domiciliari e 4 divieti di dimora, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, omicidio, estorsione, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio e altri reati aggravati dalle modalità mafiose. L’inchiesta ha portato, alla luce una serie di rapporti tra la potente cosca dei Mancuso, originaria di Limbadi ed egemone in tutta la Provincia di Vibo Valentia, il mondo politico e la massoneria. Un filo invisibile, ora visibile, legava esponenti del Pd, di Forza Italia, imprenditori, avvocati, liberi professionisti, insomma la crema di una regione costretta al giogo della N’drangheta. Una popolazione resa schiava dalla paura, dalle minacce, dal bisogno di lavoro. Tutto passava attraverso i filtri, o fili, della mafia calabrese rappresentate nei luoghi istituzionali da persone in giacca e cravatta cosiddette perbene. Appalti, corruzione, riciclaggio, usura, appoggio politico con annessi voti di scambio e tanto altro.

È stato trovato anche un pizzino con scritta la formula di conferimento del “trequartino” ovvero una delle principali cariche di N’drangheta, inferiore solo al Padrino e Quartino. In modo approssimato e sgrammaticato si legge “ A nome di Gasparre-Melchorre-Baldassarre e Carlo Magno, che con il suo cavallo bianco distrussero tutti i nemici del suo regno, con una mantella sulle spalle e a fianco uno spadino formarono il Trequartino”.

Clan Mancuso, la potenza della potenza, quasi sempre impunità, godeva di agganci economico-finanziari, politico imprenditoriali, legati insieme dalla cerniera della massoneria. Intoccabili, fino a pochi giorni fa. Fino a quando un procuratore onesto, Nicola Gratteri, ha deciso di scoperchiare la pentola del fango. Dentro c’è di tutto. “ Un coacervo di relazioni tra i grandi della N’drangheta calabrese e i grandi della massoneria, tutti ben inseriti nei contesti strategici (giudiziario, forze armate, bancario, ospedaliero e via dicendo).” L’operazione Rinascita-Scott è stata anticipata di 24 ore a causa di una fuga di notizie, spiega Gratteri in conferenza stampa. Sono dappertutto, riescono a sapere tutto, ma questa volta non hanno potuto anticipare le mosse dei Ros e della procura che è riuscita a mettere a segno la più grande operazione giudiziaria dopo il maxi processo. Forse per questo, i grandi giornali, le televisioni, eccetto il fatto quotidiano, non raccontano questa operazione, anzi la delegittimano con dubbi, mezze frasi, ammiccamenti, dichiarazioni di esponenti politici del Pd e della destra. Ma la popolazione calabrese manifesta il sostegno all’inchiesta davanti alla caserma dei carabinieri, il paese civile esprime consenso e si congratula con il procuratore e con gli uomini del Ros. C’è una Italia che non si arrende e lo dimostra stringendosi accanto ad un procuratore onesto: Nicola Gratteri.

di Claudio Caldarelli

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