Il capitalismo non è democratico

Il capitalismo genera disuguaglianza e povertà. Il capitalismo sostiene guerra e inquinamento. Il capitalismo sfrutta le risorse e disumanizza l’umanità. Molti danno per scontato che libertà e capitalismo siano connessi. Ma in questo sistema il confine tra sfera pubblica e privata è costruito in modi che limitano la democrazia sostanziale e la piena libertà. Un intreccio incestuoso che priva di risorse il pubblico a favore del privato, così che la Fca, ex Fiat, che ha la sede fiscale in Olanda, che divide agli azionisti 5,5 miliardi di euro, prende 6 miliardi di sovvenzione da banca Intesa con la garanzia dello Stato italiano. In Germania, la Merkel, per dare molto meno alla Lufthansa, ha preteso il 20% del pacchetto azionario, cioè della proprietà, nominando un suo uomo di fiducia nel consiglio di amministrazione. In Francia, Macron non concede garanzie ad aziende che hanno la sede nei paradisi fiscali. Da noi tutto è possibile. Nessuno ne chiede conto.

Le televisioni, i giornali, sono proni al capitalismo selvaggio che chiede senza nulla dare. Nessuno ne parla. Nessuno ne scrive. Intanto il debito pubblico aumenta, la riforma fiscale non si fa e la lotta all’evasione è solo una chimera. Il capitalismo non solo non è democratico, ma toglie ai poveri per dare ai ricchi. Per questo è importante rivedere i ragionamenti, rompendo i tabù che ci hanno perseguitato negli ultimi decenni, per avere il coraggio di dire la cosa è giusto fare in un momento di crisi così acuta. Non dobbiamo avere peli sulla lingua, il capitalismo nuoce alla salute del pianeta, nuoce alla salute dei cittadini, nuoce. Il capitalismo nuoce per definizione. Ostacola che i valori della fratellanza e della uguaglianza sboccino. Non c’è niente di naturale in questo capitalismo che consuma e impoverisce lo stato sociale, anzi lo distrugge dall’interno, nominando dirigenti incapaci, facendo operazioni scellerate, sperperando il bene comune per avere l’alibi che il privato è meglio.

La sanità lombarda ha dimostrato, drammaticamente, tutti i limiti del privato nella incapacità di affrontare la  crisi sanitaria, cosa che gli ospedali pubblici, pur con i loro limiti, hanno saputo affrontare. Il capitalismo barbaro, in questa strategia di distruzione dall’interno dello stato sociale, è maestro. Il capitalismo costruisce il confine, ha suo favore, tra la sfera pubblica e quella privata in modi che limitano la realizzazione della piena libertà individuale e collettiva, riduce l’ambito della democrazia sostanziale. Questo è reso evidente da alcune considerazioni. Per dirla come Erik Olin Wright.**

  • Lavora o muori, non è essere liberi.

Il capitalismo è fondato sull’accumulazione privata della ricchezza e sul perseguimento dell’interesse attraverso il mercato. Le diseguaglianze economiche che derivano da queste attività private sono intrinseche al capitalismo e creano diseguaglianze all’interno di quella che il filosofo Philippe van Parijs chiama la libertà reale. Quale sia la nostra definizione di libertà, deve includere la capacità di dire “no”. Una persona benestante può decidere liberamente di non lavorare per un salario, ma una persona povera senza mezzi indipendenti di sussistenza, non è così facile. Ma il significato della libertà è ancora più profondo. Riguarda anche la capacità di agire attivamente nel perseguire i propri progetti di vita, scegliere non solo come rispondere, ma che domanda fare. Il figlio di genitori ricchi può accettare stage gratuiti per portare avanti la propria carriera. Il figlio di genitori poveri non può. In questo senso il capitalismo priva molte persone della libertà. La povertà in mezzo alla ricchezza esiste in virtù della diretta correlazione tra risorse materiali e risorse necessarie all’auto-determinazione.

** Erik Olin Wright sociologo, accademico, saggista  statunitense, ha insegnato alla Berkley e ad Harvard.

*** Sul prossimo numero riprenderemo le sue tesi di critica al capitalismo.

di Claudio Caldarelli

 

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