Il vino è un arte

Per i greci Dioniso, per i romani Bacco: era il Dio del vino e dell’estasi. Colui che ci ha insegnato ad amare il vino in tutte le sue armonie disarmoniche. Amiamo il vino quando è buono, ma non lo disdegnano quando è meno buono. Il vino ci fa stare bene, in compagnia, ci fa amare ciò che siamo.


Parliamo di questo, mentre passeggiamo tra gli stand del Vinoforum 2020 assaggiando bottiglie che non conoscevamo. Tutto è una scoperta. Tutto è arte. Il gesto di stappare la bottiglia, versare nel calice, guardarci negli occhi mentre ci viene raccontato. Ogni vino una storia. Ogni vino un’opera d’arte. Così come lo è la storia di Dioniso. Nato dall’unione di Zeus con Semele, figlia di Cadmo, re di Tebe. Quando nacque, Dioniso fu affidato alle ninfe del monte Nisa affinché lo allevassero. Cresciuto nella solitudine dei boschi, educato da Sileno, Dioniso piantò la vite “inebriandosi dell’umor che essa cola”. L’arte del vino nasce da una divinità fattasi arte, così la racconta Omero:” il giovanotto con la bella capigliatura azzurra ondeggiante è un mantello scuro sopra le forti spalle”, insegno agli uomini la viticoltura percorrendo il mondo su un carro trainato da pantere (simbolo di irrazionalità) con al seguito un corteo di musici, danzatrici, baccanti e divinità minori.

Riflettendo su Dioniso, ci viene versato un Colle Massari di Poggio Lombrone, riserva Sangiovese del 2016. Tenuta a conduzione biologica situata alle pendici di Monte Amiata. Prodotto esclusivamente con uve Sangiovese raccolte e selezionate a mano. Fermentato in piccoli tinelli di legno troncoconici con lunghe macerazioni, in cui rimane ad affinare per 18 mesi, poi segue un ulteriore affinamento in bottiglia di 12 mesi. Profuma di marasca e prugna, con sensazioni speziate dolci in cui predomina la liquirizia. Un equilibrio perfetto tra arte e sapienza contadina che trae origini da un territorio vocato al vino, in cui Dioniso a poggiato i piedi nei tini, per fare della vendemmia un’arte che sposa i movimenti ancheggianti della danza pigiatrice.

di Claudio Caldarelli e Danilo Pagnotta 

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