IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE

silviaCOME L’AMICIZIA SCONFIGGE ANCHE LA MORTE

Di Alexandre de la Petelliére e Matthieu Delaporte con Fabrice Luchini e Patrick Bruel.

Cosa faresti, se tu venissi a sapere che il tuo migliore amico ha un tumore allo stadio terminale? Glielo diresti?Come ti comporteresti? Fino a dove ti porterebbe a fingere l’amore che hai per lui e la profonda amicizia che vi unisce?
 
Meravigliosamente commossi, ma conservando sempre il sorriso sulle labbra, si esce dalla sala con una bella sensazione: la morte può essere molto meno drammatica se raccontata in modo così simpatico e allegro, ma soprattutto con sapiente leggerezza ed allegria.  Questo film racconta come l’amicizia sia il grande collante che sopravvive alle tempeste della vita, ovvero ai vari fallimenti che ognuno di noi, tra alti e bassi, è costretto a vivere: matrimoni falliti,  lavori saltati, bancarotta, separazioni, abbandoni, delusioni, malattia, insomma, ogni dramma assume una diversa conformazione, se visto con gli occhi di un amico.
 
 Gli autori di “Cena tra amici”, i due sceneggiatori e registi Alexandre de la Patélliere e Matthieu Delaporte, con la loro idea di sdrammatizzare luoghi comuni, come quello della malattia e della morte, hanno deciso di affrontare uno dei temi più importanti dell’esistenza umana: come finirà la nostra vita? Come affronteremo la strada che ci conduce alla fine? Ecco quindi, che incredibilmente, per mano dei due autori, anche la morte può essere raccontata in una commedia leggera in modo assolutamente divertente, ironico, spassionato ed incredibilmente esilarante. Commedia “leggera” nel vero senso della parola, ovvero che non pesa affatto, nonostante il tema pesante, questo film fila via come un lampo, tra risate e lacrime riesce meravigliosamente a toccare il cuore senza appesantirlo, anzi, si esce dalla sala con l’idea di una bella morte e di una remota possibilità che chiunque, anche se consapevole della propria fine imminente, può andarsene con grande leggerezza e ironia.  Ѐincredibile poter far sorridere su un tema così drammatico, ma i due attori protagonisti ci sono riusciti in pieno, aiutati certo dalla loro bravura, Fabrice Luchini e Patrick Bruel, riescono ad interpretare i due personaggi dai caratteri opposti ma complementari.
 
Arthur e Cèsar, sono amici sin dall’infanzia, sono uomini con esperienze di vita totalmente diverse, una forte amicizia li lega sin da piccoli quando frequentavano lo stesso collegio. Tema fondante della commedia degli equivoci, è il classico malinteso dal quale si dipanerà tutto il film: a causa di un responso clinico che attesta una malattia allo stadio terminale, nascerà una catena di equivoci per cui, Cesar, che è il vero il malato anche se apparentemente sembra essere in piena salute, credendo che le analisi siano dell’amico Arthur, farà di tutto per far vivere nel modo migliore possibile, gli ultimi giorni di vita all’amico del cuore. Arthur da parte sua, con il passare dei giorni, non riesce più a recuperare la situazione e dire la verità e anche se ci prova in diverse occasioni, non riesce a rivelare a César che il vero malato terminale è proprio lui.  Una idea divertente per sdrammatizzare la malattia, un copione perfetto dai tempi giusti, ben recitato da due attori formidabili, accompagnato da una colonna sonora azzeccatissima, con canzoni che ci riportano indietro nel tempo. 
 
di Silvia Amadio      

 

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