Felicia Impastato
Ho visto “Felicia Impastato” e una straordinaria Lunetta Savinio interpretarla meravigliosamente. Ho visto le sue rughe,il suo fisico minuto vestito di nero,lo sguardo dei suoi occhi ,occhi di donna del sud che non ha paura di “vedere”, diventare la grande mamma di Peppino. Bello davvero questo film. Senza fronzoli , asciutto ma ricco di passione,di forza e di sentimenti mostrati nei fatti concreti dell’agire perché Verità arrivi , perché Giustizia si compia. Bello ricordare questa storia e questa figura di Donna che non si e’ mai arresa. Che ha fatto della storia della vita di suo figlio lezione quotidiana per chi volesse ascoltarla,della sua casa aula per imparare ,aprendola a chiunque perche:”Peppino aveva mai chiuso una porta? “diceva”Mai!” La stessa porta che Giovanni Impastato , figlio di Felicia e fratello di Peppino, ha riaperto dopo lo sconcerto provato per la messa in onda da parte della Rai della intervista a Riina jr,sconcerto che lo aveva portato a diffidare in un primo momento la stessa Rai dalla messa in onda del film su sua madre. Ma,come e’ proprio dei grandi,e’ stato un momento e ha prevalso la volontà di far conoscere a chi non l’avesse vissuta o non si ricordasse questa figura di donna straordinaria. Una madre che ha visto il figlio ammazzato,spacciato per un terrorista e poi riabilitato. Moglie di mafioso e madre di chi la Mafia ha saputo,invece, affrontare. Donna semplice e forte che diceva al marito: ‘” Se mi porti qualcuno dentro, che so, un mafioso, un latitante, io me ne vado da mia madre’». Felicia che cerca di proteggere Peppino e poi il figlio Giovanni costituendosi lei in prima persona. Felicia che aspetta ventidue anni un processo e poi punta il dito senza timore contro don Tano Badalamenti che la osservava, muto, in video conferenza dal carcere americano, dicendo:” ‘È stato Badalamenti ad uccidere mio figlio. A Cinisi lo sanno tutti’. Insomma,credo che questo film e anche il successo della sua messa in onda siano arrivati al momento giusto. Non e ‘ semplice il mondo di chi combatte la mafia in questo periodo.Non lo e’ mai ma vi sono periodi in cui le ombre si addensano,quello che sembra chiaro non lo e’ ed i valori sembra si confondano .E’ un momento in cui ,almeno per me, il piano etico deve tornare in primo piano.A me non interessa se sara’ assolto o meno poi quella persona,interessa che sia integra e si kostri dentro e fuori tale perche’ il suo impegno abbia valore .Nel privato come nel pubblico ,prima ancora che arrivi la Giustizia civile a dimostrarlo. Peppino lo era cosi,a tutto tondo e l’ha pagato con la vita. Felicia e Giovanni Impastato allo stesso modo,con le loro vite dedicate alla ricerca della Verità . Felicia ha potuto insegnare ai suoi figli ad essere autentici perché lei stessa era autentica . Non si può fingere su questo, soprattutto facendo antimafia. Non si può. L’oro farlocco prima o poi smette di luccicare e si mostra la patacca quale e’. Con lei non e’ stato. Lei era oro puro,come quello che ha lasciato. Come il ricordo che ha lasciato. Come la sua casa aperta in cui accoglieva sempre tutti col sorriso Casa riempitasi nel tempo,lentamente, e dove ai giovani diceva : «Tenete alta la testa e la schiena dritta». Insomma “Felicia Impastato”, il film,ricorda anche quanto potrebbe fare, e troppo spesso non fa, il cosiddetto servizio pubblico. Quanto potrebbe far conoscere, amare e, perché no,educare al tenere aperte le porte della conoscenza per cose come il valore della legalità e della giustizia divulgato in un modo bello,vero,terribilmente reale come la vita di chi questo ha incarnato … Si intravede la storia di magistrati nel film. Si intravedono l’amara vicenda di un uomo straordinario come Chinnici o lo sconcerto di Caponnetto davanti a certi meccanismi, ma anche il suo non demordere mai dalla speranza di farcela. “Felicia Impastato”,un film che mentre si chiude sui titoli di coda che scorrono non puo’ non farti pensare ,per la sobrieta’ dei grandi sentimenti che ti fa vivere ,a certe vite.A vite blindate come quelle di Catello Maresca,il magistrato della DDA di Napoli che colpi duramente i Casalesi ,a quella del Procuratore Colangelo e al tritolo per lui trovato appena stamattina. Alla vita blindata di un giovane giornalista come Paolo Borrometi . Pensi a queste vite mentre scorrono i titoli di coda e pensi che tenere testa alta e schiena dritta sia davvero un buon modo,un buon modo per continuare a provarci,anche se a volte sembra cedere tutto intorno. “Testa alta e schiena dritta “diceva Felicia ai ragazzi che andavano a trovarla. Dobbiamo provarci. In onore a Lei..e a tutti quelli che sono sul campo,ora. Perche’ va bene il Ricordo, ma ormai sappiamo bene che l’appoggio,il sostegno servono a chi e’ vivo e lotta,ogni giorno . Difendiamo queste vite e non lasciano mai solo chi e’ sul campo . Apriamo le porte come ha fatto lei per far conoscere queste storie . Felicia ha insegnato a non arrendersi. Una donna semplice, minuta e vestita di nero ha insegnato a non arrendersi mai ed ha anche vinto. Teniamolo a mente,fa stare bene e da’ speranza. Un gran dono.
di Milene Mucci