La tragedia di Rigopiano

La speranza è sempre l’ultima a morire……….
Bisognava crederci a tutti i costi fino in fondo “c’era ancora speranza” anche quando all’interno di quello che rimaneva di quella struttura non si sentiva più nulla, nessun segnale. La neve poteva creare un muro e dietro quel muro magari poteva esserci ancora qualche vita da salvare, rannicchiata nei suoi indumenti in attesa di essere salvato. Mercoledi 18 gennaio la tragedia, li nel centro Italia un mix infernale di scosse e abbondanti nevicate hanno provocato una slavina, il distaccamento di neve e terreno che si sono abbattuti contro il resort di Rigopiano investendolo in pieno con violenza inaudita spostando la struttura di 10 metri. La richiesta di intervento è stata sin da subito sottovalutata rendendo impossibile l’intervento degli operatori del soccorso accorsi soltanto dal momento in cui chi di dovere si è reso conto di quanto stava accadendo. E dalla notte di quel giorno hanno cominciato a lavorare incessantemente. C’erano più di venti vite da salvare.

Sin dal primo momento era inutile operare con le critiche, le critiche non sono attrezzi utili da utilizzare in quei momenti, non servono e non portano nulla a termine, anche se tutti sapevano bene dall’inizio che non andavano sottovalutate le abbondanti nevicate che i meteorologi avevano previsto l’utilizzo delle turbine inesistenti in zona, al fax del proprietario del resort documento prova esestente, fino a non credere alla telefonata del signor Parete che annunciava al telefono quanto era accaduto. Bisognava farsi strada in questa complessa disgrazia con olio di gomito e pale, con la mente e con due fogli di piantina del resort per capire come si era posizionato dopo il crollo e capire precisamente i punti dove andare a cercare quelle vite.

Cosi i vigili del fuoco, soccorso Alpino, Guardia Di Finanza e protezione Civile hanno cominciato a lavorare mettendo in campo la loro professionalità, la loro esperienza, i Vigili del Fuoco il corpo più amato da tutti noi sin da bambini e sottopagati per quello che svolgono ci hanno mostrato attraverso le prime immagini la complessa situazione all’interno di quel complesso. Un muro di neve all’interno del seminterrato dove ancora fumava l’acqua della piscina termale, ai primi corpi estratti. Poi sono cominciate ad arrivare notizie confortanti la moglie dell’uomo che ha dato l’allarme viene estratta viva, e di seguito dei bambini tra cui suoi figli, anche loro estratti vivi. Un miracolo ha riunito questa famiglia. Emozionante per tutta l’Italia che inerme davanti alle televisioni aiuta con la forza del pensiero l’operato di quegli uomini che portavano fuori quei bambini. “Colpetti sul capo” e “dai chicco! ” le loro parole di conforto per chi usciva da quel misero buco. Poi ancora corpi recuperati. E’ un altalenarsi di commovente felicità e di tristezza. Edoardo uno dei bambini tratti in salvo ancora non sa che i suoi genitori non ce l’hanno fatta.

Si procede con cautela li a 1200 metri di altezza e in quel luogo sepolto non è facile, i segnali arrivano potrebbero essere umani, come potrebbero essere cedimenti della struttura, esiste ancora un problema chiamato slavina, si potrebbe verificare nuovamente e per via di questo caso gli operatori indossano L’Arva la strumentazione che consente di localizzare corpi sotto la neve. Ma si continua a scavare…… i giorni seguono e due cuccioli di cani vengono salvati.
La speranza è l’ultima a morire…….
Si continua a scavare e mangiare li sul posto fino a giovedi 26 gennaio quando la triste sorte fa rinvenire quel maledetto conto totale di persone mancanti in quel cratere ormai di fango. Presto la candida neve ricoprirà quel luogo fino a primavera inoltrata, sarà difficile trovare già in quel tempo i colpevoli di un resort ampliato e costruito su detriti, e i colpevoli che hanno sottovalutato un palese allarme.

di Roberto Colasuonno

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