Addio a Winnie, la lottatrice con qualche scheletro nell’armadio.

Winnie Mandela è stata sicuramente il simbolo della liberazione contro l’apartheid, ma con il passare degli anni la sua immagine è stata offuscata da strane storie di rapimenti ed assassini.

Nasce a Mbizana, in Sudafrica. Nel 1956 è la prima donna nera del Sudafrica ad ottenere il diploma da assistente sociale.

È proprio in quel periodo che conosce Mandela, avvocato, che divide lo studio con il fidanzato della migliore amica di Winnie ed è più grande di lei di 18 anni: è così che i due si conoscono. Lui è già sposato, ma divorzia dalla prima moglie dopo 13 anni di matrimonio e 4 figli, e si sposa con la giovane Winnie del 1958.

Questo, per Mandela, non è un periodo tranquillo, e sicuramente i due novelli sposi non si sono goduti una tranquilla vita matrimoniale: è sotto processo ed in libertà vigilata. Anche Winnie si da molto da fare: dopo solo 4 mesi di matrimonio ed incinta, partecipa ad una manifestazione contro le leggi sui lasciapassare obbligatori per i neri, viene arrestata e licenziata dall’ospedale in cui lavora.

Nel 1960 Mandela viene arrestato e nel 1962 condannato al carcere a vita.

Si tratta di anni duri, l’African National Congress è sempre sotto attacco. Winnie Mandela trascorre 8 anni al bando in un villaggio isolato dello Stato libero d’Orange, da sola con le due figlie. In quel periodo si sentono amici che parlano di un periodo di alcolismo e strane frequentazioni.

Nel 1985 sfida la messa la bando e torna a Soweto. Attira l’attenzione di tutti con le sue proteste, diventa una celebrità e vince molti premi in ogni parte del mondo. Ma, forse, si lascia prendere troppo dalla situazione ed inizia a circondarsi di persone di dubbia provenienza.

La sua guardia del corpo viene accusata di aver rapito quattro persone dalla casa di un pastore metodista e di averli portati a casa della donna, costringendoli con la forza ad ammettere di aver subito abusi sessuali da parte del religioso. Winnie viene processata e condannata per rapimento, mentre nel 1992 viene accusata di aver commissionato l’uccisione di un amico di famiglia. La donna cercò anche di affidare il copyright sul nome di Mandela ad un avvocato per cercare di ricavarne denaro.

Ormai, della donna che era nell’immaginario collettivo, resta ben poco. E se ne accorge anche Madiba che, dopo l’uscita dal carcere nel 1990, decide di divorziare dalla donna. Nel 1997 ci sarà la separazione ufficiale e l’uomo si risposerà, per la terza volta.

di Ludovica Morico

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