Il carro che ha sfilato a Carnevale era un carro impietoso. Razzismo?

Forse ha ragione Grillo e hanno torto i 250mila cittadini che a Milano si sono mobilitati contro il razzismo.
Forse, come sostiene il capocomico genovese, il razzismo è un falso problema e “chiunque abbia un minimo di buonsenso” è in grado di capirlo.
Se ha ragione Grillo, allora, il carro allegorico che ha sfilato per le vie di Formello, quello che derideva i profughi in gommone, non è stato un atto di razzismo ma solo una carnevalata.
Però, tradizionalmente, il carnevale è il tempo del rovesciamento dell’ordine costituito. Uno spazio, certo codificato, durante il quale le autorità possono essere liberamente schernite e vilipese.
Un vero rovesciamento dell’ordine precostituito. Una sorta di “ricreazione” che è, come scriveva nel 1634 il comico Nicolò Barbieri, “necessaria al popolo quanto sia il lavorare, mangiare e dormire”, al fine di infondere un po’ di sollievo nella comunità ed estraniarla, anche se temporaneamente, dalle pene quotidiane.
Uno spazio dunque, quello del carnevale, durante il quale riversare scherno e risentimento sulle élite.
Che significato attribuire, allora, al fatto che a Formello irrisione e rancore siano stati riversati sugli ultimi degli ultimi, che siano stati sfottuti quelli che sono sul gradino più basso della scala sociale, che siano stati beffeggiati i profughi sui gommoni, quelli morti e quelli sopravvissuti, coinvolgendo nella mascherata anche dei bambini.
Quale gigantesco raggiro di massa ha reso possibile una distorsione tale da far apparire ai penultimi, come causa dei loro problemi, non la piccola minoranza che detiene ricchezze e potere ma quelli che non hanno nulla?
Se ha ragione Grillo, certo non sono dotato di buonsenso perché ho trovato quella pagliacciata un’infamia razzista.

di Enrico Ceci

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