Una mafia unica: Cosa Nostra, N’drangheta e Camorra

I collaboratori Pennino e Messina, al processo Ghota, parlano di politica, massoneria e servizi deviati. Una super Cupola segreta, un quadrilaterale composto da mafiosi, politici, massoni e 007 deviati, si riuniva per governare unitariamente Cosa Nostra, N’drangheta e Camorra dagli anni ’80. Una Super-Cupola invisibile e segreta, scoperchiata dai pentiti Gioacchino Pennino e Leonardo Messina, le cui dichiarazioni sono agli atti del processo Ghota.

A svelare l’esistenza della quadrilaterale segreta è stato Pennino, massone e boss di Cosa Nostra che nell’interrogatorio del febbraio 2014 mise a verbale “…mio zio Gioacchino Pennino mi confido’ di essere stato latitante negli anni ’60 ospite di Nuvoletta nel napoletano. La cosa non deve sorprendere in quanto Cosa Nostra, N’drangheta e Sacra Corona Unita, sono da sempre unite fra loro. Sarebbe meglio dire sono una cosa sola…da lì mio zio, come mi raccontò, si recava in Calabria dove, mi disse, aveva messo insieme massoni, N’drangheta, servizi segreti, politici per fare affari e gestire il potere. Una sorta di comitato d’affari perenne e stabile”. Le nuove rivelazioni del collaboratore, se fondate, aprirebbero un nuovo capitolo,di indagini sul versante mafiosi.

La procura di Reggio dovrà verificare l’esistenza di questa super-cupola e capire quanto incide sulla vita economica, politica e finanziaria del paese. Il collaboratore Pennino, ha raccontato anche della sua amicizia con Stefano Bontade, che prima di morire“…mi disse che avrebbe avuto molto piacere se lo avessi aiutato a continuare quel progetto di tuo zio ( il comitato d’affari intermafioso fra criminali, massoni, politici e servizi segreti) non solo in Calabria, dove si era consolidato, ma anche in Sicilia dove il progetto era ancora in fase embrionale. Io con molta diplomazia riuscii a svincolare e a declinare l’invito. Non volevo assumere questo ruolo e non mi interessava farlo”. Nel 1992 interrogato da Luciano Violante presidente della commissione parlamentare antimafia, Leonardo Messina disse “…il vertice della N’drangheta è Cosa Nostra. I soldati non sanno che appartengono tutti ad un’unica organizzazione.

Lo sa il vertice che deve conoscere…” In Calabria il controllo del territorio è quasi totale, nessuno sfugge al controllo della N’drangheta o di Cosa Nostra che di fatto sono la stessa cosa, una sola struttura gestita per ottimizzare la collusione mafia, politica, servizi, istituzioni. Gli inquirenti non escludono che proprio dall’interno di questa super-cupola sia partito l’ordine di assassinare il procuratore della Cassazione Antonino Scopelliti. Le indagine su questo omicidio sono state riaperte con la messa sotto inchiesta  di 18 boss tra Sicilia e Calabria, fra loro anche Matteo Messina Denaro.

di Claudio Caldarelli

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