Reparto pneumologia III piano
Quando accade l’amore, ti commuovi. Gli occhi prima si inumidiscono, poi, lentamente, le lacrime scendono verso le labbra, segnando il viso. Quando, l’amore, accade nel dramma di un decesso improvviso, tutto è amplificato all’infinito. Oggi, giovedì 23 gennaio, ospedale di Teramo, reparto pneumologia al III piano, in mattinata, sono testimone di un intervento d’urgenza altamente professionale, al quale, io che vengo da Roma, non sono abituato. Nella stanza dove è ricoverato mio cognato, che necessita di assistenza continua, si toglie la maschera d’ossigeno, si strappa le flebo ed altro, è entrata una infermiera per assistere un degente del letto difronte, per rispetto sono uscito sul corridoio.
Finito l’intervento, mentre usciva controlla il paziente adiacente, si rende conto che qualcosa non va, gridando lancia l’allarme, in meno di un secondo, si precipitano nella stanza, dottori, dottoresse, infermiere, infermieri. Prontamente il dottore impartisce ordini, arrivano attrezzature medicali, iniziano la rianimazione. Intanto una infermiera, iniziava un massaggio cardiaco. Hanno tentato di tutto, senza successo, l’infermiera continuava la rianimazione, senza fermarsi, medici presenti hanno hanno provato l’impossibile. La cosa che mi ha colpito, è stato la professionalità, la competenza, la capacità di non arrendersi neanche difronte alla evidenza, ma più di tutto, mi ha colpito l’umanità, il senso etico e morale del dovere, la compassione e l’amore, si l’amore con cui hanno tentato di salvare una vita. Ho visto gli occhi gonfi di lacrime della infermiera, dei suoi colleghi, dei medici, del personale tutto. Ho notato i movimenti, veloci, sicuri, ma garbati, rispettosi del paziente. Gesti amorevoli, ai quali non siamo più abituati, perché è inusuale essere garbati e amorevoli.
È più semplice essere incostanti, sgraziati e mutevoli, anche maleducati. Qui no!!! In questo reparto, nel reparto di pneumologia del III piano dell’ospedale di Teramo, il personale tutto, medici e paramedici, personale tecnico dei servizi, sono garbati, eleganti nel muoversi tra una stanza e l’altra, assistendo, intervenendo con sapienza e capacità. Mai maleducati o scostanti, ti accolgono, ti fanno sentire parte di una famiglia che cerca la guarigione con la medicina, ma anche con l’amorevole comprensione dei gesti quotidiani. Ho visto la riservatezza garbata di come il dottore ed il suo staff hanno avvisato ed accolto i familiari. Un gesto da ricordare e trasmettere, per insegnare che il dolore va rispettato sempre. Quel dolore che ci appartiene, e qui, al reparto di pneumologia, quel dolore viene condiviso. Si condiviso con amore. Un amore che ci fa sentire fratelli, che ci fa amare il prossimo come noi stessi. Il più grande e immenso insegnamento che possiamo dare. Oggi, ho assistito a questo miracolo, seppur nel dramma, ho visto amare il prossimo come si ama se stessi. Grazie. Grazie per l’amore che donate.
di Claudio Caldarelli