Le fazioni al Campidoglio bloccano Campo Testaccio

“Campo Testaccio, c’hai tanta gloria, nessuna squadra ce passerà”. Cantava e canta così tuttora la Canzona di Testaccio, uno tra i primi, storici, inni della Roma. L’aveva scritta Toto Castellucci nel 1931, rimodulando il ritmo di Guitarrita, un tango argentino composto per il film “La canzone dell’amore”, di Gennaro Righelli. “Ogni partita, è ‘na vittoria, ogni romano è ‘n bon tifoso e sa strillà”. Fu la casa dei giallorossi dal ’29 al ’40, anno in cui fu abbattuto. Poi il nulla: l’abbandono, il verde che si riprende i suoi spazi, un tentativo firmato Rutelli e Sensi nel 2000, i lavori per farci un parcheggio multipiano.

Fino ad oggi, quando si potrebbe scrivere una nuova pagina della sua storia. Era notizia di pochi giorni fa infatti la presa in gestione del campo da parte dell’ente Asilo Savoia, un’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona, ente non economico e senza finalità di lucro. Lo aveva annunciato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, attraverso un post su Facebook, con Massimiliano Monnanni, presidente dell’Asilo Savoia, che aveva commentato così ai microfoni de Il Romanista: “Quando ci è stata chiesta la nostra disponibilità, c’è stato anche chiesto di portare il nostro modello “Talento e Tenacia”, che abbiamo già sperimentato ad Ostia e a Montespaccato con successi abbastanza evidenti, per favorire la rinascita del Campo Testaccio come bene comune che appartiene alla sua comunità, agli abitanti e alle realtà sportive del Rione”.

Sembrava una nuova rinascita e invece, come spesso accadde, ecco il nuovo stop. La gestione di Campo Testaccio spetterà al Comune di Roma e non più al Municipio: “Verrà presentata a breve in Assemblea capitolina la mozione n. 289/2020 – si legge in una nota diffusa dal Campidoglio – che prevede l’impegno affinché la competenza gestionale resti in carico al dipartimento Sport e Politiche giovanili e affinché vengano avviate tutte le procedure necessarie per la riapertura degli spazi al pubblico, ad uso sportivo, nel minor tempo possibile”. Una decisione che è un dietrofront abbastanza clamoroso rispetto alla decisione precedente, che cedeva la competenza al Municipio I, guidato da una giunta PD. Ma Campo Testaccio è da sempre terreno di scontro, di passerelle politiche e di promesse elettorali. È una questione su cui molti vogliono mettere il cappello, l’etichetta. Così è arrivato lo stop, firmato soprattutto dal presidente della Commissione Sport, Angelo Diario, che forte del sostegno grillino e dei consiglieri di Fratelli d’Italia, ha bloccato di nuovo tutto.

“La conferma della competenza gestionale di Campo Testaccio al Dipartimento, è importante sottolinearlo – spiega ancora il Campidoglio – non determinerà alcun ritardo nella restituzione degli spazi alla cittadinanza ma, anzi, ne accelererà la realizzazione”. La sensazione, però, è che non sarà assolutamente così.

di Lamberto Rinaldi

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