Gino Strada: l’uomo di Emergency

“Ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi. Oggi si è staccato da questa terra Gino. Il mio quaderno, in cui appuntavo le sue frasi per imparare la giustezza del fare, rimarrà sempre aperto”. Questo il post che ci ha inviato la nostra redattrice Nicoletta Iommi alla notizia della morte di Gino Strada. Vogliamo aprirci la copertina di Stampa Critica perché sentiamo come lei non solo il dolore di una perdita, ma anche la “giustezza” di quanto ci ha insegnato in tutti questi anni. Gino, Emergency, erano una speranza per gli ultimi della terra, per coloro che venivano abbandonati alla miseria e alla guerra. Dove non c’era niente, solo polvere e fango, bombe e attentati, guerra e odio, lì, dove le ferite non si rimarginano, c’era Gino, c’era il suo ospedale da campo che accoglieva tutti. Si, tutti, amici e nemici, nessuno escluso. Emergency era la speranza che esiste una giustizia che nasce dal cuore e dall’amore, che non esclude ma include, che abbatte barriere e divisioni e condanna la guerra in tutte le sue forme.

Scrive Nicoletta sul suo quaderno:” Non è difficile intendersi, basta essere sinceri e mantenere le promesse”. Basta essere sinceri, quando nessuno lo è, e mantenere le promesse quando nessuno le mantiene. Gino, Emergency, erano sinceri, per questo si intendevano con tutti i popoli del mondo. Gino, Emergency, mantenevano le promesse, curavano tutti, donne, bambini, anziani, soldati feriti, gente umile che non aveva nulla e non poteva donare nulla. Gino, Emergency, accoglievano tutti, a braccia aperte.

Era contrario, Gino, alla guerra. Era contrario, Gino, alle guerre. Lo hanno sempre isolato, rinnegato, accusato, ma lui, Gino, era contrario alle guerre. Lo ripeteva sempre, in ogni luogo, in ogni trasmissione, in ogni articolo di giornale. Aveva scritto:” chi allora si opponeva alla partecipazione dell’Italia alla missione militare, contraria alla Costituzione oltre che a qualunque logica, veniva accusato pubblicamente di essere un traditore dell’Occidente, un amico dei terroristi, un’anima bella nel migliore dei casi…” ma Gino era contro le guerre, e le accuse lo amareggiavano, ma andava avanti con Emergency, in quei teatri di guerra dove l’Occidente forniva le armi, le bombe, l’artiglieria pesante, le mine antiuomo, dove l’Occidente produceva gas, veleni, miseria, povertà e tanti, tanti, tantissimi morti e feriti. Lui, Gino, Emergency, si prendevano cura di loro, facevano il possibile e anche l’impossibile per aiutare, per lenire le ferite, per curare, per guarire dalle ferite della guerra migliaia di bambini. Delle tante interviste, né citiamo una molto attuale:” Io sono un chirurgo.

Ho visto i feriti e i morti di vari conflitti in Asia, Africa, Medio Oriente, America Latina e Europa. Ho operato migliaia di persone, ferite da proiettili, frammenti di bombe o missili. A Quetta, la città pakistana vicina al confine afgano, ho incontrato per la prima volta le vittime delle mine antiuomo. Ho operato molti bambini feriti dalle cosiddette mine giocattolo, piccoli pappagalli verdi di plastica grandi come un pacchetto di sigarette. Sparse nei campi, queste armi aspettano solo che un bambino curioso le prenda e ci giochi per un po’, fino a quando esplodono: una o due mani perse, ustioni su letto, viso e occhi. Bambini senza braccia e ciechi. Conservo ancora un vivido ricordo di quelle vittime e l’aver visto tali atrocità mi ha cambiato la vita”.

Gino, raccontava la verità, era sincero, descriveva gli orrori della guerra e le profonde ferite che causava, allora diventava scomodo, veniva accusato, attaccato ingiustamente per il suo impegno contro le guerre di qualsiasi natura. Scomodo. Una persona che manteneva le promesse, quindi scomoda ai poteri politici-finanziari, una persona avversata per il suo impegno pacifista. Escluso. Emarginato. Ma Gino era più forte di qualsiasi avversità, non si è mai piegato ai signori della guerra, cioè i governi europei occidentali. Ripeteva che:…dobbiamo convincere milioni di persone del fatto che abolire la guerra è una necessità urgente è un obiettivo realizzabile. Questo concetto deve penetrare in profondità nelle nostre coscienze, fino a che l’idea della guerra divenga un tabù e sia eliminata dalla storia dell’umanità.

Gino Strada, Emergency, una storia nella storia. Un impegno contro la guerra, un agire per curare, sempre. Tutti. Amava ripetere:” Se l’uomo non butterà fuori dalla storia la guerra, sarà la guerra che butterà fuori dalla storia l’uomo”.

di Claudio Caldarelli e Eligio Scatolini

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