Allarme siccità. Pubblicati i risultati del rapporto “Drought in Europe – July 2022”

L’Europa è senza acqua, o quasi. Un dato che per molti potrebbe essere scontato viste le temperature che abbiamo raggiunto, l’assenza prolungata di precipitazioni e l’ondata di calore che da mesi insiste sul continente. Ma un conto è avere percezione di un problema, un altro è avvicinare un numero sempre maggiore di persone al metodo della scienza e ai suoi numeri. Solo così l’approccio alla questione può essere condiviso nella sua interezza e la soluzione resa possibile da una visione meno egoistica e sganciata da singoli personalismi. Anche perché i dati forniti dall’Osservatorio europeo sulla siccità nel Rapporto pubblicato il 18 luglio scorso, sono allarmanti: il 46% del territorio è esposto a livelli allertanti di siccità.

Secondo il rapporto questa impressionante criticità è il risultato non solo della mancanza di precipitazioni, ma anche delle ondate di caldo già in primavera. Questi due elementi, unitamente combinati, avrebbero quasi esaurito il contenuto idrico del suolo con ripercussioni sia sulla produzione di energia elettrica da impianti ad acqua, sia sulla produzione agricola, a causa dello stress vegetativo causato alle piante. Gli scienziati incaricati di redigere il rapporto specificano che i Paesi che si troveranno a dover far fronte alla riduzione della resa dei raccolti sono Francia, Romania, Spagna, Portogallo e Italia. Da noi l’emergenza siccità è stata dichiarata in cinque regioni, mentre il bacino del Po ha fatto rilevare il più alto livello di gravità.

Siccità, vale la pena ricordarlo, non equivale ad aridità. La differenza sostanziale, come spiegano le agenzie regionali per la prevenzione dell’ambiente e dell’energia, sta nel fatto che la prima è una normale caratteristica del ciclo idrologico mentre la seconda è una caratteristica permanente del clima.

Possiamo dunque tirare un respiro di sollievo? Non sembra, a leggere il Rapporto elaborato dalla rete del nostro Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, dal documento si evince infatti che l’effetto combinato delle variazioni delle temperature e delle precipitazioni porterà, tra il 2041 e il 2050, un incremento delle condizioni di aridità su quasi tutto il territorio nazionale.

Secondo gli scienziati è urgente la conversione dell’economia verso un sistema a bassissimo impatto ecologico cercando, quanto più possibile, di combinare un adattamento economico, ambientale e sociale.

di Nicoletta Iommi

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