Linda Cerruti, individuati e denunciati gli autori dei commenti sessisti
Di questa brutta vicenda di sessismo via social ci eravamo già occupati nel mese di agosto quando la campionessa ligure di nuoto sincronizzato, dopo aver letto i commenti offensivi sotto una sua foto pubblicata per celebrare l’ottava medaglia agli Europei di nuoto, aveva dichiarato che l’unica cosa che poteva fare era denunciare l’inopportunità dei commenti sessisti.
A chi le consigliava di lasciar perdere, di non curarsi di questo squallore, Linda Cerruti aveva dato una risposta da vera campionessa nella vita oltre che nello sport: “sono lo specchio di una società ancora troppo maschilista diversa rispetto a quella in cui un domani vorrei far nascere e crescere i miei figli”. Dalle parole ai fatti il passo è stato breve.
La campionessa con il più alto numero di medaglie nel nuoto a livello europeo, si è rivolta alla Polizia postale di Savona che ha avviato le indagini per individuare i responsabili. Determinante il lavoro svolto dai Centri operativi per la sicurezza cibernetica che in poco tempo sono riusciti a disporre sia le perquisizioni informatiche sia a convocare gli autori dei commenti sessisti e offensivi.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa le indagini “coordinate dalla Procura di Savona hanno permesso di identificare dodici utenti della rete ritenuti autori dei commenti diffamatori più condivisi” e ora dovranno rispondere del reato di diffamazione aggravata.
Tra i dodici utenti, tutti uomini, ci sono anche un dipendente pubblico, due pensionati, un impiegato, un trentenne, un operaio. Uomini diversi tra loro per età e condizione sociale, ma tutti accumunati dalla volontà di odiare, di offendere, di umiliare una donna. Giova ricordare che la foto mostrata non aveva niente di volgare, si vedeva infatti la campionessa a testa in giù, in spaccata, in una posa tipica del nuoto sincronizzato. Da questa foto i dodici “haters” avevano fatto partire una campagna diffamatoria che aveva lasciato la campionessa “basita e schifata”, ma non sconfitta.
Ora occorrerà attendere il proseguo delle indagini, i provvedimenti adottati dalla Polizia Postale sono infatti soltanto uno strumento per la prosecuzione e conclusione dell’attività investigativa. La campionessa ha già dichiarato che “Se ci sarà un eventuale ricavato, al termine del percorso giudiziario, sarò felice di devolverlo alle associazioni che si occupano di combattere contro il sessismo in rete”.
Ci auguriamo che si arrivi presto ad una ferma condanna.
Nicoletta Iommi