LA FAME

di Giacomi fagiolini

L’annuale State of Food Security and Nutrition Report, elaborato da enti come Fao, Ifad, Unicef, Pam e Oms, ci parla di 735 milioni di umani che vivono la fame. 

Secondo il Report, stando così le cose, non sarà possibile raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile del 2030, quando, secondo le previsioni, a soffrire la fame saranno ancora oltre 600 milioni di persone nel mondo. 

Il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, parla di una “Resilienza” che è necessario costruire di fronte alla “nuova normalità” che il susseguirsi di choc come guerre, crisi climatiche, pandemia, consoliderà nei prossimi anni nel mondo. 

Il che vuol dire, fuor di politichese, che le cose resteranno sostanzialmente così come sono, anche se, bisogna ammettere, c’è un costante, graduale miglioramento dei dati, che ci dicono che, un anno fa, c’erano 93 milioni in più di affamati nel mondo. 

Il Sistema che crea questo stato di cose è iniquo dalle sue fondamenta, e cambiarlo non è una priorità. Non siamo i buoni. 

Si tentano ritocchi, investimenti, ma cambiarlo non è la priorità. Perché noi non siamo i buoni. 

Il 29,6% della popolazione mondiale, stando al documento, non ha accesso costante al cibo. In Africa una persona su cinque soffre la fame, nel 2022 148 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni (il 22,3 percento) presentavano ritardi nella crescita, 45 milioni (il 6,8 percento) mostravano segni di eccessiva magrezza e 37 milioni (il 5,6 percento) erano in sovrappeso.

Cambiare il Sistema non è una priorità, non è in agenda. 

Bisogna “creare Resilienza” è un modo agghiacciante di dire che, in fondo, questa è pur sempre “normalità”. Questa è la vita sulla terra che bisogna saper reggere. 

La cultura umana ha generato un sistema iniquo, imposto dalle società umane come lo status quo giusto, come l’insieme di regole in base alle quali si debbono orientare le scelte, le vite. 

Ma questo sistema giusto non è. 

Ha ragione Lucio Caracciolo: l’Occidente è una fragile aiuola protetta ai cui margini c’è un mondo di derelitti nel caos. 

L’equilibrio malato che si è creato non può reggere, prima o dopo il nostro peccato ci travolgerà. 

Print Friendly, PDF & Email