“NON PROFIT WOMEN AWARD 2020”. Premiate le donne che salvano vite in mare

Si è svolta on line, giovedì 5 marzo, la cerimonia di assegnazione del premio “Non profit women award 2020”, un premio alle donne impegnate nel terzo settore che si sono particolarmente distinte nel “Non profit”, diventando così esempio, stimolo e ispirazione. Quest’anno il premio, dice l’ideatrice dell’evento “Non Profit Women Camp” Federica Maltese, è stato assegnato alle donne che sono scese in mare per salvare vite umane pagando un grave prezzo personale.  A premiare, seppure in maniera virtuale, è stata l’Onorevole Laura Boldrini che nel suo intervento di apertura ha sottolineato: “Il nostro Mediterraneo, ad un certo punto della storia, è diventato l’emergenza, che è anche emergenza delle reazioni. Le Ong sono dovute intervenire perché si è creato un vuoto, dovremmo tutte e tutti essergli grati. Nei luoghi istituzionali chiedo sempre: quanti di voi possono dire di aver salvato vite umane? Ci vuole rispetto, considerazione e stima. Chi salva vite umane deve essere premiato, non odiato. L’idea che oggi si premino donne coraggiose mi rende felice”. L’Onorevole ha poi fatto riferimento all’odio che circola sul web e che spesso prende di mira proprio le donne di coraggio “La misoginia non è goliardia, ma qualcosa che indebolisce l’assetto democratico. Le tre donne che premiamo hanno sperimentato la gogna digitale. L’odio è uno strumento politico”.

Il premio per il 2020 va a Cecilia Strada, Anabel Montes Mier, Giorgia Linardi per Sea-Watch. 

“Il mio 2020 è stato pieno di donne straordinarie. Sul premio c’è il mio nome ma io ci leggo anche quello di tutte le donne che mi hanno accompagnato in questo strano e tremendo 2020, Le donne di “AiutArci a Milano”, le donne di Mediterranea Saving Humans e le donne di ResQ-People Saving People con cui stiamo affrontando l’impresa complicata di mettere in mare una nuova nave di soccorso” dice Cecilia Strada e aggiunge “Non sono una buona, sono una giusta, mi piace fare cose giuste. Non voglio fare carità, cerco giustizia. Fare quello che è giusto per tutti è fare cose giuste anche per noi. I diritti o sono di tutti o di nessuno”.

La parola passa poi a Anabel Montes Mier, la ragazza asturiana capo missione Open Arms.

“Questo è un premio che viene dalla sorellanza fra donne, la sorellanza che tende la mano e non crea muri. Il mutuo soccorso è la forma più adatta per creare un mondo migliore. Questo premio è per tutte le donne che sono state prima, che sono ora e che verranno, le donne con un obiettivo comune di giustizia e libertà. Noi donne abbiamo un ruolo fondamentale nel riconoscere l’ingiustizia, Non possiamo stare zitte né essere complici di una ingiustizia. Riconosco che, a volte, bisogna alzarsi e lottare per la sorellanza”.

E infine l’emozionante discorso di Giorgia Linardi per Sea Watch Italia a nome anche delle capitane Carola RacKete e Pia Klemp: “Questo premio lo restituiamo al mare. Alle 13 donne di cui ho assistito al funerale a Lampedusa nel 2019.  A Fatima e Aisha che hanno partorito a bordo e sono arrivate nel porto allattando i loro figli. Queste donne sono guerriere nel senso più pacifico, donne che si aiutano a vicenda a partorire nelle carceri libiche, in uno spazio di 40 cm a testa, tagliando il cordone ombelicale con pezzi di vetro.  Alle donne che sono morte in mare abbracciandosi, con l’abbraccio come ultimo atto prima di quel sorso d’acqua che le avrebbe uccise.

Di una donna somala, morta in fondo al mare, abbiamo trovato una foto, era ritratta con un vestito bellissimo e colorato. Questa foto è l’unica cosa di lei che è arrivata in Europa. Queste persone ci insegnano cosa vuol dire lottare per la vita e ci danno la forza di resistere, quando mi chiedo perché lo faccio penso allo sguardo di quelle donne salvate in mare”.

di Nicoletta Iommi