Bici e rispetto

Andare in bicicletta in Italia é molto pericoloso, ogni volta che esco penso e spero di tornare vivo. All’estero é diverso, il senso civico e il normale rispetto tra persone, fa sì che l’esperienza sportiva sia rilassante e piacevole. Non fraintendetemi, non é che gli Italiani siano dei pazzi furiosi, ma culturalmente hanno poca pazienza, traffico e fretta li rende molto aggressivi.

Analizziamo allora il problema: per le auto moderne, l’asfalto rovinato non è un problema, sospensioni, gomme larghe e sedili fanno da filtro, rugosità e buche si riducono a un leggero tremolio dell’abitacolo, tenuta di strada e freni assistiti alzano il grado di sicurezza anche in condizioni di scarsa aderenza.

Ma se scendiamo dall’auto e ci mettiamo alla guida di una bicicletta, il mondo apparirà diverso; esposti alle intemperie, su due centimetri quadrati di gomma, telaio e sella rigida, anche una piccola screpolatura sul manto stradale sembrerà un terremoto. Per chi va in bicicletta é la normalità, il lato destro spesso é distrutto, ecco quindi l’esigenza di camminare più al centro della corsia per evitare i punti rovinati. Ovviamente le velocità tra auto e bici sono differenti, e il ciclista si trova nella condizione del birillo in mezzo alla strada. Purtroppo questo non é un gioco, ci sono delle vite in ballo, e non solo quella del povero ciclista, che porta sulle sue spalle tutta la sua famiglia. In caso d’investimento oggi la legge prevede il reato di omicidio stradale, con conseguenze disastrose, carcere e oneri morali ed economici, che segneranno per sempre le vostre vite.

Nei miei viaggi europei in bici, ho sempre incontrato un differente atteggiamento, molta attenzione nei miei confronti e sopratutto un rispetto che va oltre le regole. Ecco la parola chiave, “rispetto” questo sconosciuto; c’è un’incapacità tutta Italiana di rispettare le regole e le persone. In realtà l’Italia é un paese a doppia velocità. Al nord, una moltitudine di piste ciclabili permettono di muoversi in tutta sicurezza anche verso destinazioni distanti centinaia di chilometri, é un fatto di cultura se in molti usano la bicicletta anche da casa al lavoro. Al sud in alcuni casi sei visto come un ostacolo o addirittura neanche visto, quasi fossi di vetro; non c’é alcuna percezione del pericolo, né coscienza delle conseguenze ai propri comportamenti. In centro Italia, forse anche grazie all’emergenza covid, le amministrazioni hanno spinto molto sulla mobilità green, incentivando l’uso di biciclette e monopattini. Si è così piantato il germe della bicicletta, per cui una buona percentuale di automobilisti usa le dovute cautele, e spesso vengo superato solo dopo un mio cenno e salutato con la mano.

Analizzando anche le differenze tra i due sessi, le signore, meno inclini alle corse, sono più responsabili e attente, mentre i maschi spesso tengono velocità troppo alte mettendo a rischio la propria e altrui incolumità. Ma non possiamo fare di tutt’erba un fascio, la colpa é tanto degli automobilisti quanto dei ciclisti. Alcuni di noi, che sono entrambe le cose, sono consapevoli del pericolo e adottano comportamenti conservativi, mentre i meno virtuosi in auto, spesso trasferiscono le proprie cattive abitudini di guida alla bici. Incontro gruppi di più persone che camminano affiancate, forti del fatto che essendo in gruppo le auto siano costrette a rallentare, é sicuramente una forma di difesa, ma non fa che esacerbare i rapporti tra le due categorie generando rabbia e aggressività.

A questo punto, come dovremmo comportarci nei due casi?

Quando siete alla guida dell’auto, se incontrate uno o più ciclisti, sarà opportuno rallentare guardando più avanti, cercando di capire se ci sono ostacoli o se l’asfalto é in cattive condizioni. Se dal lato opposto non sopraggiunge nessuno mettete la freccia per avvisare chi segue e fate il sorpasso lasciando più di due metri tra l’auto e la bici. Evitate di affiancare le bici nei punti di incrocio con altre auto, il sorpasso deve avvenire appena possibile in piena sicurezza. Stesso comportamento in caso di percorsi tortuosi senza piena visibilità, aspettate con pazienza. Nelle rotatorie o nelle svolte non tagliate la strada dei ciclisti alla vostra destra, bisogna sempre ricordare che le bici vanno più piano delle auto, ma comunque si muovono, per cui se dovete svoltare e avete una bici sul lato destro evitate di sorpassarla e con la freccia azionata, accodatevi fino alla svolta. In fondo basta un po’ di buon senso e non si fa male nessuno.
In bicicletta, adottate una guida in difesa, ogni comportamento deve anticipare gli eventi. Osservate con attenzione il manto stradale, guardate molto più avanti prevedendo il percorso che dovrete fare, avrete più tempo per verificare se dietro stiano arrivando delle auto, segnalare un eventuale spostamento per evitare le buche, e rallentare in caso d’impossibilità ad evitare l’ostacolo. Su strade con sede stretta, se di fronte sopraggiungono dei veicoli, voltatevi per valutare un possibile incrocio di auto dai due sensi con la vostra posizione. In caso vi sentiate in pericolo, fate segno di rallentare allargando il braccio all’esterno e se necessario fermatevi di lato fuori dalla sede stradale. Segnalate sempre e comunque ogni vostro spostamento o svolta, questo dà delle indicazioni a chi segue sulle vostre intenzioni.

Nelle rotatorie é opportuno indicare se si rimane all’interno, oppure se si ha intenzione di uscire alla prossima svolta, e questo vale sia in auto che in bici. Se decidete di fermarvi, ovviamente non in mezzo alla strada, alzate il braccio in verticale. Se siete in compagnia, evitate di stare affiancati, salvo siate con un minore che dovrà procedere alla vostra destra. Se la strada è a bassissimo traffico, fate attenzione al sopraggiungere di veicoli segnalandolo al compagno e mettendovi velocemente in fila indiana. É opportuno aiutare e agevolare il sorpasso dei veicoli in sicurezza, indicando il via libera nei casi di scarsa visibilità.
Poche semplici regole per entrambe le categorie per una miglior convivenza.

Ai ciclisti vorrei ricordare, che la gita finisce sempre quando rientrate nelle vostre case sani e salvi, mentre agli automobilisti é bene ricordare, che l’auto é un’arma micidiale se usata male. Ogni anno a causa di una distrazione, di un messaggio o una telefonata, centinaia di pedoni e ciclisti muoiono mentre i conducenti al sicuro nelle loro auto restano illesi fisicamente, ma non nell’anima.

Di Roberto De Stefanis

Roberto De Stefanis, classe 1963, ciclista, alpinista, velista, musicista, amante del Mare e della Montagna, blogger e video maker, ha al suo attivo diversi viaggi in bicicletta in solitaria, tra cui l’attraversamento delle alpi da Trieste a Nizza.

Blog venividinbici: https://venividinbici.wordpress.com/

Canale Climbing Family: https://www.youtube.com/channel/UC75AEhk6zN4ZRgMiakzMXzQ/videos

 

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