Pietro Ragno, giovanissimo carabiniere, ucciso dalla Ndrangheta

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende commemorare l’omicidio di Pietro Ragno, giovanissimo carabiniere, ucciso in un’imboscata nel territorio di Gioia Tauro, il 10 luglio 1988, mentre svolgeva il turno serale di pattuglia con il collega Giuseppe Spera, 32 anni, campano di San Cipriano Picentino, rimasto ferito nella brutale vicenda. Entrambi avevano moglie e figli. A porre fine alla giovane vita di Pietro è la ‘ndrangheta che da qualche anno ha iniziato a mettere in campo una serie di azioni intimidatorie contro gli uomini dello Stato in un territorio desolato e povero dove il fenomeno ndranghetista cresce alla luce del sole tra omertà, clientelismo, traffico di droga e corruzione pubblica e privata.

Sono passati ormai trentacinque anni dall’omicidio di Pietro Ragno, in Calabria si avverte ancora oggi una triste sensazione di abbandono e di illegalità diffusa. Lo si può riscontrare dalle notizie stampa e dalle ultime inchieste della Dda di Catanzaro (es. “Glicine akeronte”) che delineano un diffuso sistema clientelare in grado di influenzare le istituzioni e di eterodirezionare i finanziamenti verso gruppi criminali.

I giovani continuano ad emigrare, gli onesti sono sempre più relegati all’isolamento culturale e sociale.

Proprio in regioni come la Calabria, la scuola assume un ruolo centrale nella lotta alla criminalità e alle mafie, contrastando la paura e operando in funzione di una concreta educazione al rispetto delle norme giuridiche.

La legalità ha una sua funzione nel momento in cui si esplicita in conoscenze dei principi che regolano la convivenza tra aggregazioni di persone sempre più estese, complesse e interconnesse e comporta anche l’interiorizzazione di regole condivise, che non costituiscono un’imposizione, ma il cuore pulsante di una società garante della libertà e dignità del singolo individuo. Per tanto è necessario fare accostare i giovani calabresi, fin dalla più tenera età, ai principi della legalità e dei diritti umani, in modo che possano sedimentarsi nella loro coscienza e divenire in modo del tutto naturale fonte di ispirazione e bussola per le future scelte di vita.

Ricordare Pietro Ragno nel 2023 significa accendere una luce di speranza per le future generazioni calabresi. Per quel assassinio nessuno è stato incolpato, nessun killer è stato arrestato eppure sotto un caldo sole estivo come quello del Meridione tutto potrebbe diventare chiaro e comprensibile. Invece….

Il CNDDU propone l’hashtag #nondimentichiamoli2023

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

 

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