Scrivere a mano

La scrittura a mano è a rischio, sempre meno persone la usano. Anche gli studenti pian piano abbandonano lo scrivere a mano per sostituirla con il Pc o il cellulare. Sui social si scrive usando la tastiera. Sui messaggi si usa la tastiera. Ormai la scrittura artificiale ha sostituito la scrittura manuale.

Il presidente onorario dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini, dice che “la scrittura manuale non deve essere sacrificata sull’altare della tecnologia. In un’epoca dominata da tastiere e schermi touch, prosegue Marazzini, è importante preservare questa forma educativa primaria e strumento utilissimo”.

Ma nella quotidianità le dita si muovono velocemente sulla tastiera, spesso senza capire ciò che si scrive. La velocità del touch non permette di riflettere su ciò che si scrive e su come si scrive. Ormai le parole sono mozzate, tagliate, abbreviate, puntate. Sugli schermi non si scrive più per intero, le parole sono accennate. Il nuovo linguaggio allontana dall’uso della grammatica e della sintassi. Neanche l’ortografia è un problema. Le parole assumono un significato diverso di volta in volta.

La scrittura a mano richiede un controllo motorio e una coordinazione occhio-mano che favoriscono lo sviluppo cognitivo e la concentrazione. Inoltre, permette di esprimere la propria individualità e creatività in modo unico.

Il presidente della Crusca sottolinea i benefici del corsivo, definendolo lo stile di scrittura con le caratteristiche positive migliori, grazie alla sua fluidità e leggibilità.

Spesso accade che molte persone non sono più in grado di prendere appunti veloci o di mettere la propria firma su un documento. I nativi digitali si trasformano in analfabeti sostanziali.

In molti scrivono in stampatello abbandonando il corsivo, anche perché non viene più insegnato. Il ritorno alla calligrafia dovrebbe essere letto come un fatto positivo che aiuta a recuperare un rapporto più intimo con se stessi. Il corsivo può essere la scrittura del cuore e delle emozioni. 

La scrittura manuale, dice la Crusca, non deve essere dimenticata ma preservata come valore universale e come strumento educativo fondamentale, garantendo la cura e la leggibilità del corsivo.

Aurora Ercoli