Isabel e Federica: ieri suore, oggi spose

sara

Pinerolo è un comune in provincia di Torino, di 35.808 abitanti. Edmondo De Amicis ne scrisse: «Vista dall’alto, posta com’è all’imboccatura di due bellissime valli ai piedi delle Alpi Cozie, davanti ad una pianura vastissima seminata di centinaia di villaggi che paiono isole bianche in un vasto mare verde e immobile, è la città più bella del Piemonte.» Piane, colline e montagne, si alternano nella tranquillità della vita da circondario. Con giornate scandite da ordine e quiete, cultura e tradizione. Il 20 giugno di quest’anno è stato eletto sindaco Luca Salvai, del Movimento 5 Stelle. Tre mesi dopo, il 28 settembre, lo stesso ha celebrato una delle unioni civili più significative e rivoluzionarie di sempre. Di quelle che simboleggiano a pieno la vera essenza della “risurrezione morale” e chiudono definitivamente a chiave l’obsolescenza programmata delle relazioni. Quella tra Federica e Isabel è una storia di passione e ribellione. Una testimonianza viva, di come ci si possa opporre di fronte a una situazione ritenuta errata, seguendo una volta tanto il cuore piuttosto che la ragione. L’istinto, anziché il raziocinio. Entrambe suore. Entrambe francescane. Entrambe quarantaquattrenni. La prima, italiana, ha passato la vita aiutando poveri e tossicodipendenti da Roma all’Africa. La seconda, sudamericana, dopo la laurea in Filosofia si èdedicata totalmente alle missioni in giro per il mondo. Due donne, due spose. Legate prima di tutto da un affetto reciproco. Da un sentimento puro e reale, come la stessa parola del Vangelo consiglia. Senza schemi e catene, pregiudizi, o timori d’esternazione. Hanno rinunciato ai propri voti con vitalità e coraggio, rincorrendo le proprie convinzioni senza velo. Mano nella mano, in direzione diversa. Opposta ai rapporti “usa e getta” tipici della massificazione attuale. Quelli di oggi insomma, in cui ci si lascia via messaggio e ci si demolisce a vicenda, a dito teso. In cui ci si sostituisce con superficialità e ci si avvicina sempre di più, a un codice esperienziale di natura instabile.
Senza alcuna ricerca di pubblicità o voglia di apparire, la coppia ha dichiarato: «Dio vuole le persone felici, che vivano l’amore alla luce del sole.» Che ci serva da lezione. A noi che “rottamiamo” con facilità e abbiamo reso i rapporti liquidi. Noi che giudichiamo e ci sopravvalutiamo. Noi che ormaisiamo abituati a un altro tipo di luminosità: quella artificiale di un display, dietro al quale spesso, troppo spesso, ci nascondiamo.

di Sara Di Paolo

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