Francesco. L’uomo che fa i ponti tra Dio e l’umanità.

Carlo Faloci

Che senso ha, per il mondo dei non credenti, voler leggere le posizioni del papa come giustificazione o accettazione del proprio comportamento, del proprio modo di pensare?
Me lo sono chiesto, leggendo i commenti a senso unico, tutti e solo sull’aborto, per la lettera apostolica di 22 punti che papa Francesco ha firmato come atto conclusivo del giubileo straordinario della misericordia.
Commenti che sono una dimostrazione dell’individualismo che pervade la nostra società e che porta a forzare i fatti secondo il proprio interesse.
Un individualismo stigmatizzato dal papa al punto 18 con queste parole: “La cultura dell’individualismo esasperato, soprattutto in occidente, porta a smarrire il senso di solidarietà e di responsabilità verso gli altri”.
E nello stesso punto 18 Francesco ricorda anche (ma di questo nulla si è detto sui media) i mali del mondo, la fame, le malattie, i carceri, l’ignoranza, la schiavitù, le grandi migrazioni “in cerca di cibo, lavoro, casa e pace”.
Già, di un documento di 22 punti si è data importanza solo al 12°, relativo al peccato di aborto, per il quale l’assoluzione dei fedeli pentiti era precedentemente riservata ai vescovi, ma in occasione del giubileo era stata concessa anche ai sacerdoti. E la concessione viene ora “estesa nel tempo, nonostante qualsiasi cosa in contrario”.
Né più, né meno. Francesco è il “pontifex”, l’uomo che fa i ponti tra Dio e l’umanità, verso tutte le donne e gli uomini della terra. Ed è il capo di una chiesa che ricorda a tutti i suoi fedeli (ma forse soprattutto ai suoi vescovi e alla curia) che Dio è Amore, quindi è Misericordia, quindi non è pensabile una chiesa vindice, senza perdono verso chi si presenti pentito. Un perdono che non può essere negato, anche Gesù in croce lo chiese al Padre per quelli che lo stavano uccidendo. Perché, dice il papa: “non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito”.
Cuore pentito. Ho conosciuto persone per le quali un aborto voluto, o accettato, o praticato, è stato un fatto della vita come tanti altri. Ma ho conosciute altre, donne, che ne sono rimaste segnate, dolorosamente. Penso che per queste ultime possano essere di conforto le parole che Francesco ha scritto al punto 12 della lettera apostolica.
E mi chiedo se ci sia, ci possa essere pentimento e quindi perdono per chi è responsabile dei mali del mondo, quelli che colpiscono miliardi di donne e di uomini, gli ultimi della terra. Che ogni giorno lottano per la sopravvivenza, contro la fame a fronte di chi per profitto distrugge raccolti.
Contro le malattie a fronte di chi per profitto controlla il mercato dei farmaci. Contro la carcerazioni per miseri reati.
Contro chi per profitto li rende schiavi e li vuole illetterati.
Contro chi per profitto incide sulle grandi migrazioni, sfruttando vergognosamente i paesi d’origine, creando in essi conflitti per il controllo di territori strategici, vendendo armi per le guerre fomentate, lasciando che tanti, tantissimi muoiano nell’attraversare i deserti, nel traversare il mare.
Temo che molto tempo debba trascorrere, prima che per queste grandi colpe ci possano avere veri cambiamenti.
Prima che si arrivi, come ha detto papa Francesco, ad una “grande e positiva incidenza della misericordia come valore sociale. Essa infatti spinge a rimboccarsi le maniche per restituire dignità a milioni di persone che sono nostri fratelli e sorelle, chiamati con noi a costruire una << città affidabile>>”.

di Carlo Faloci

Print Friendly, PDF & Email