SalinaDocFest, il mare dentro il cinema nostrum

Dal 24 al 29 giugno prossimi torna il SalinaDocFest, da tempo il festival internazionale del documentario narrativo più prestigioso del Mediterraneo. Didyme, questo l’antico nome di Salina, la seconda isola più grande delle Eolie, dopo Lipari. Didyme, ossia i gemelli, come i due vulcani spenti, affiancati che elevano l’isola sul mare e la inabissano giù dentro il cielo. Diretto da Giovanna Taviani, anche lei autrice di documentari, il festival è venuto via via mostrandosi come una soglia di passaggio tra le diverse latitudini storiche e geografiche, continuamente affioranti dalle vicende che solcano quel grande schermo d’acqua e realtà, che indifferentemente a Salina possiamo ormai chiamare “mare o cinema nostrum”. Quest’anno il tema del concorso è “Padre e figli. Verso terre più fertili”, perché mai come in questi ultimi anni quella soglia, sotto il pelo dell’acqua, è apparsa drammaticamente frantumata. “Dai minori non accompagnati che arrivano sulle nostre sponde – dice Giovanna Taviani –, ai figli delle nostre famiglie costretti ad emigrare per essere riconosciuti altrove; ai giovani immigrati di terza generazione che decidono di lasciare l’Europa per arruolarsi nell’Isis, ma anche a quelli che dicono no e che ogni giorno combattono per rendere fertile la terra in cui vivono”. Il cinema è un modo di pensare sensibilmente per immagini, ossia di essere parte, partecipi del reale, del vero. Per questo l’alta qualità narrativa e cinematografica dei lavori selezionati è la cifra aurea del SDF. Cifra garantita da un comitato d’onore, composto da Romano Luperini, Giorgio e Mario Palumbo, Paolo e Vittorio Taviani, Bruno Torri. La selezione delle opere in concorso– tra le numerosissime visionate – dura un intero anno ed è stata curata per questa XI edizione da Antonio Pezzuto e Arianna Careddu, con la collaborazione di Ludovica Fales. Oltre a quello sullo schermo cinematografico, gli occhi a Salina si possono riempire anche del suo cinema naturale. Uno degli scopi del SDF è la salvaguardia dell’intero patrimoni ambientale eoliano. Esso non è fatto solo delle cale mozzafiato, come quella vulcanica di Pollara, set de “Il postino” di Massimo Troisi. Salina sono anche le sue due cime vulcaniche a forma conica, Monte dei Porri, 860 m, e Monte della Fossa delle Felci, 962, il rilievo più alto dell’arcipelago con uno dei boschi più incantati del mondo, che merita senza riserve un’escursione mattiniera, quando il cinema ancora dorme o consuma la sua colazione nei vari bar dell’isola. Il festival si compone di vari appuntamenti, eventi speciali, incontri letterari e gastronomici, concerti dislocati nelle varie località isolane. La proiezione dei film in concorso avviene invece nella sala conferenze sotto la piazza principale di Malfa. Proprio in questi giorni, Clara Rametta, componente storica del Direttivo del SDF è stata eletta sindaco di Malfa, dopo aver ricoperto l’incarico di assessore alla cultura e al turismo. Un’elezione importante per tutte le altre località di Salina, e per tutte le altre isole vicine. Nel programma della Rametta c’è infatti pure la costruzione di una sala cinematografica per le Eolie. Una struttura a forma di onda bianca che porti anche d’inverno il cinema e altri eventi dentro quel cuore di mare e rocce a strapiombo situato sulla rotta tra Messina e Napoli. L’atmosfera del SDF riverbererà anche questa nuova effervescente prospettiva, perché la neo sindaca è poi capace di rendere protagonista dell’impresa ogni singolo partecipante al festival, oltre che ogni singolo isolano. Il programma della manifestazione è fitto, variegato e accattivante. Lo potete trovare – insieme a molte altre notizie – sul sito ufficiale e sulla pagina Facebook del SalinaDocFest. La SalinaDocCard permette di accedere ai servizi e agli sconti in tutte le molte e diverse strutture aderenti al Fest. L’ufficio Stampa è tradizionalmente nelle attente mani di Marzia Spanu, spanumar@gmail.com.

di Riccardo Tavani

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