Monete ed esercito In cinquant’anni di anarchia militare ci furono trentaquattro imperatori

Nella storia di Roma l’esercito ha un ruolo primario e fondamentale: è il mezzo attraverso il quale l’Urbe si espande e diffonde la sua cultura nei territori conquistati. A partire dalla fine del II e per tutto il III secolo d.C. la sua importanza è tale che le legioni e, più in particolare, il corpo della guardia pretoriana si arrogano il diritto di eleggere l’imperatore che offre maggiori privilegi o donazioni ai soldati, spesso senza consultare l’antica istituzione del Senato, che aveva la prerogativa sull’elezione.

La situazione degenera tra il 235 e il 284 d.C. nel periodo definito “anarchia militare” in cui regnarono circa 34 imperatori, eletti dalle proprie legioni e spesso da queste stesse deposti. In una condizione così precaria, l’imperatore di turno, deve fare in modo di compiacere le legioni attraverso una serie di donativi in moneta. Nell’Impero delle Gallie (entità politica separata dall’Impero Romano, nata ad opera del governatore gallo-romano Marco Cassianio Latinio Postumo) l’appoggio dell’esercito era un fattore imprescindibile per la candidatura alla porpora.

Vittorino, uno dei successori di Postumo nominato dalle truppe, ordinò una speciale emissione di aurei in cui celebrava le legioni che lo elessero raffigurando su queste monete il nome e il simbolo di ciascuna legione: la LEGIO III GALLICA P(ia) F(idelis), la LEGIO II TRAIANA P(ia) F(idelis) e la LEGIO XXX VLP(ia) VICT(rix) P(ia) F(idelis). Questi aurei commemoreativi erano destinati, però, al pagamento delle alte sfere dell’esercito.

Una decina di anni prima ( 260 d.C.) Gallieno dovette affrontare l’ invasione di un contigente di Alamanni che sfondò il limes e giunse a invadere il suolo italico fino ad arrivare a Ravenna, saccheggiandola. Partendo da Mediolanum (Milano) come base, in una serie di campagne Gallieno riuscì a ricacciare fuori dai confini dell’Impero le orde alamanniche e a seguito di ciò inaugurò la nuova zecca di Mediolanum. La prima emissione di antoniniani ( monete in mistura di argento e rame) di questa zecca prevedeva la celebrazione delle legioni che avevano contribuito alla vittoria di Gallieno sugli invasori e anche delle legioni che si schierarono con lui contro i vari usurpatori che si sollevavano contro la sua autorità. Tra queste troviamo la LEGIO I ADIVTRIX che si guadagnò il suffiso di Pia Fidelis per aver combattuto contro l’usurpatore Regaliano; la LEGIO I ITALICA, la LEGIO VII CLAVDIA, la LEGIO IIII ITALICA e la LEGIO II PARTHICA.

Queste monete erano molto probabilmente destinate al pagamento delle truppe e quindi coniate su larga scala. Ma l’esercito era divenuto una macchina insaziabile, pronto a vendersi all’offerente migliore: nonostante i loro sforzi questi due imperatori, che tanto si prodigarono per elogiare e accontentare i propri uomini, caddero vittime di congiure militari. La situazione, però, stava per cambiare: di lì a poco Diocleziano, ennesimo imperatore eletto dall’esercito, avrebbe dato vita a quel complesso sistema di governo “a quattro”, la Tetrarchia, ideato per togliere all’esercito il potere di cui si era appropriato e per evitare che troppi poteri fossero racchiusi nelle mani di una sola persona.

di Fabio Scatolini

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