Il treno ritorna a Cave, quando la storia viene portata in piazza

Conoscere il passato per guardare al futuro. Le rotaie hanno unito l’Italia più che le automobili, quelle della ferrovia Roma-Fiuggi-Frosinone, che aprì all’esercizio in tre fasi nel 1916, 1917 e 1918, unirono un vasto territorio laziale a Roma. La strada ferrata negli anni cambiò diverse proprietà ma mai il suo scopo, per decenni ha trasportato sulle sue carrozze generazioni intere.

La ferrovia come sviluppo del territorio. Era questo il motivo che spinse alla realizzazione di quel tracciato ferroviario che, snodandosi tra i centri abitati, costeggiando e intersecando le carreggiabili, portava il suo fischio nelle case ricordando il trascorrere del tempo. Già il tempo, quando i treni erano puntuali il fischio del treno ricordava l’orario.

Purtroppo logiche politiche e scelte orientate verso il gommato hanno portato alla chiusura pezzo dopo pezzo di questa ferrovia. Oggi sopravvive un piccolo tratto, quello che va dalla stazione Termini a Centocelle.  È proprio dal deposito di Centocelle che un gruppo di appassionati della Cooperativa Sociale o.n.l.u.s. A.R.S. (Advanced Roma Service) ha salvato dalla demolizione certa una carrozza storica. Il suo presidente, Alessio Cellanetti, ha con non poche difficoltà sottratto a rottamazione sicura la carrozza storica risalente agli anni ’20 e le maestranze dell’associazione l’hanno riportata all’antico splendore, restituendogli la livrea blu e bianca del 1959 quando essa sferragliava sotto il nome della STEFER (sigla di Società delle Tramvie e Ferrovie Elettriche di Roma).

Conoscere il passato per guardare al futuro, questo è il messaggio che l’amministrazione della Città di Cave ha voluto dare, riportando in esposizione permanente nella piazza della vecchia stazione la carrozza restaurata.

Il sindaco, Angelo Lupi, rivolto ai suoi concittadini sintetizza così: “Carissimi Concittadini, dopo 35 anni dall’ultima corsa, il treno torna a varcare la soglia della nostra Città di Cave. Provo, e sarà per tutti sentita emozione; nella certezza di un ricordo che i nostri cuori hanno sempre custodito con profondo sentimento. Orgogliosamente restituiamo alla nostra Città un vissuto che torna protagonista, dove i più giovani scopriranno le nostre origini al pari di tante altre ricchezze del nostro patrimonio culturale che appartengono da sempre alla nostra Comunità. Un coincidente percorso storico che, tornando indietro, si rivitalizza in quella crescita sociale del tempo che fu… ma che si attualizza nella complessità dell’oggi in una concreta speranza di cui tutti abbiamo l’obbligo di non far perdere ai certi passaggi generazionali. L’esposizione della carrozza ferroviaria nella vecchia stazione è la degna conclusione delle celebrazioni della linea, iniziate due anni fa (2016) quando presentammo il libro rievocativo “Il Treno per Cave”. In quella occasione prendemmo il solenne impegno di riportare il treno storico in stazione, ci siamo riusciti!!! Ed è un grande onore, ma non posso che ringraziare, oltre la cittadinanza tutta, quanti hanno fattivamente contribuito e creduto al “ritorno del treno”, fin da subito convintamente coinvolti. Grazie all’ Amministrazione Comunale e ai suoi Tecnici, all’Assessore alla Cultura Silvia Mancini, all’ing. Umberto Foschi, al Dott. Francesco Morabito e alla Soc. Cooperativa A.R.S. nelle persone di David Nicodemi e Alessio Cellanetti. Con profonda Gratitudine”.

Alle parole del Sindaco Lupi si sono unite quelle dell’Assessore alla Cultura Silvia Mancini che riassume: “Il ritorno del Treno. Dopo oltre cento anni dalla prima corsa del treno a Cave ci troviamo nuovamente ad inaugurare un vero e proprio monumento ad un mezzo di trasporto che cambiò radicalmente il nostro territorio. Era doveroso averlo di nuovo con noi almeno nella nostra memoria storica. Questo progetto, ideato da uomini coraggiosi, fu una rivoluzione che permise uno sviluppo economico e sociale senza precedenti in territori vicini geograficamente alla Capitale, ma distanti per molti servizi essenziali alla popolazione. Per poi tornare negli anni settanta e ottanta ad un decadimento culturale e ad una visione, per nulla lungimirante, di quello che il trenino poteva ancora essere. Mi permetto di esprimere in questa occasione un senso di nostalgia e impotenza di fronte a un’ingiustizia, perché così ritengo che sia stata, ossia non aver lottato abbastanza per i nostri diritti. Come quello di avere infrastrutture altrettanto importanti come strade di comunicazione percorribili e sicure, mezzi pubblici efficienti che permettono a tutti di spostarsi per lavoro, studio, salute e ogni altro buon motivo. Riguardo ai nostri doveri credo che le Amministrazioni Comunali non abbiano mai esitato ad accogliere tali traguardi, ma è mancata e ancora oggi è carente, una politica nazionale trainante. Queste righe come monito per una riflessione, ma soprattutto per augurarci come Cittadini che in questo luogo della nuova stazione ci si possa ritrovare come comunità … nel passato come in futuro”.

L’8 giugno c’è stata l’inaugurazione dell’esposizione permanente della storica carrozza alla presenza del Sindaco e Assessore alla Cultura, banda musicale e Parroco per la dovuta benedizione. Alvaro Cottoni ha letto un estratto dal libro “L’uomo che visse due volte” di Mario Gucci cittadino di Cave che ben descrive la vecchia ferrovia. Una bella manifestazione a cui hanno partecipato molti cittadini di Cave.

Cerimonia che ha trovato in Tommasino, un esile vecchietto con tanto di berretto da ferroviere in testa e che proprio quel treno conduceva, il testimonial perfetto.

Tommasino al suono della banda tagliava insieme al Sindaco il nastro tricolore e saliva a bordo della carrozza con il primo cittadino al seguito tra gli applausi della folla.

Alla fine della manifestazione il sindaco Angelo Lupi, preso da parte, commentava ai microfoni di Stampa Critica: “Parlavamo di emozioni. Dico e confermo, guai a non emozionarsi. È stato per Cave un evento straordinario, come ho detto prima, un ritorno al passato ma che guarda al futuro. Le condizioni ci sono tutte, qualche anno fa, qualche ventennio fa è stata fatta una scelta molto discutibile. Ad oggi avremmo avuto dei risultati diversi. Dobbiamo senz’altro cointeressare gli enti sovraistituzionali per una mobilità più moderna rispetto ai tempi. Il treno all’epoca era una risorsa fondamentale. Quindi il nostro ricordo, anche se simbolico, oggi va nella direzione che dobbiamo migliorare. Aspettiamo concretamente aiuti da parte degli enti sovraistituzionali”.

Il Vice Presidente della Cooperativa A.R.S. David Nicodemi aggiungeva: “Siamo onorati, come cooperativa, di aver contribuito fattivamente alla realizzazione di questo progetto. Abbiamo lottato, abbiamo veramente fatto i salti mortali per averlo qui ristrutturato. Abbiamo, insieme all’Amministrazione, fatto questo spazio che non è soltanto un mero ricordo della ferrovia, ma è anche uno spazio per poter fare manifestazioni di carattere ludico o sociale. La nostra cooperativa si è occupata del viaggio che si è fatto dalle Officine di Centocelle, e, ripeto, della ristrutturazione completa e accurata della mostra e del libricino che abbiamo fatto in questa occasione. Per noi della cooperativa è un grandissimo e importante passaggio, perché per noi che stiamo sempre sostenendo il turismo ferroviario, ciò ne è l’esempio. Qui è in forma statica, ma ad esempio sulla Roma Nord vorremmo realizzare il treno storico della Tuscia. Le Amministrazioni, Atac, la Regione possono vedere che, con un po’ di volontà e tanto lavoro, le cose si possono fare. Abbiamo ristrutturato questa carrozza completamente. Le cose si possono fare, questo è il messaggio che noi vogliamo mandare a tutti”.

Poche storie. Non volere il treno, non collegare i nostri paesi è rendere il territorio totalmente abbandonato, ai margini… basta!  Il treno è anche un antidoto contro la marginalità dei territori suburbani. È una buona medicina per lo sviluppo economico di tutte le terre. Un territorio vive e migliora soprattutto quando è ben collegato.

La ferrovia come crescita del territorio e il turismo ferroviario hanno le rotaie che corrono parallele e che trovano nella storia la stazione da dove partire per il futuro.

di Maria De Laurentiis

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