Processo all’Europa

Si può processare l’Europa? Ma soprattutto: chi potrebbe processarla? La Politica? La parola Politica, dal greco antico polis, città-stato, non si darebbe neanche senza l’origine stessa dell’Europa. Sarebbe direttamente un processo della Politica a stessa. Può processarla la Giustizia? Una Corte Giuridica Internazionale? Non potrebbe che essere un processo politico, condotto da una Corte con un preciso mandato politico, anche se ammantato da alti codici giuridici. Niente di più ingiusto. Può processarla Dio? Quale Dio? Zeus, Geova, Yahweh, il Dio Uno e Trino? L’ipotesi di un’assemblea politeista sarebbe già una bestemmia in sé. Chi, allora, potrebbe processare l’Europa? Politica, Giustizia, Divinità sono in realtà processati, nel senso del trattare per procedimento critico, che è il cammino originario che costituisce l’Europa attraverso il teatro. La nascita della tragedia, di Friedrich Nietzsche, 1872, descrive questo cammino dalle prime processioni, deambulazioni ritmiche, orgiastico-dionisiache nei boschi fino alla grande tragedia greca classica. Politica, potere, religione, arte, filosofia, antropologia, psicologia sono processate, trattate criticamente nel fuoco del dramma umano quotidiano che si fa tragedia storica dai grandi poeti teatrali greci. Solo quel peculiare, originario tribunale chiamato “Teatro” – che è anche una corte, un foro interiore– può mettere davanti a sé l’Europa e processarla. Perché il teatro è la prima forma di agorà, di piazza cittadina, di assemblea critica pubblica che anticipa ogni altra forma di politica, in particolare quella più propria dell’Europa chiamata democrazia.

Per questo il Parlamento europeo, attraverso il Movimento Europeo Italia, ha commissionato a Marco Ferri, emergente autore teatrale, un testo scenico che ha preso il titolo di Processo all’Europa.

La compagnia “Signori, chi è di scena!” debutta con questa pièce al Teatro Alemanni di Bologna il 7 maggio alle 21, e al Teatro San Giustino di Roma il 16 maggio alle 21.

Il sottotitolo dello spettacolo è: Il futuro ci interroga. “È uno spettacolo politico, nel senso vero del termine – dice Marco Ferri –: non si tratta di propaganda a favore di questo e quello schieramento presente alle prossime elezioni europee, quanto piuttosto di un ragionamento articolato tra i pregi e i difetti dell’attuale Unione europea. E quindi del futuro dell’Europa. La formula dell’accusa e della difesa è stata arricchita non solo da testimoni a carico e a discarico, ma anche con interventi di attori tra il pubblico, il quale alla fine sarà chiamato a esprimere un verdetto”.

Monica Ferri che cura anche la regia, nella messinscena è Europa, l’imputata. “Dare un volto umano, un corpo di donna, a un’istituzione che sembra molto lontana dalle persone è stato da un lato difficile, ma al contempo molto stimolante. La politica è fatta di idee, ma sono le persone che le esprimono, le raccontano, le incarnano. Ancora una volta la compagnia si è dimostrata all’altezza di un compito non facile, ma molto significativo”.

Accanto a Monica Ferri (l’Imputata), Giuseppe Volgesang (il Giudice), Elvio Belli (l’Accusa), Delia Casa (la Difesa), Cristina Turella (la Cancelliera); Paola Pilone, Simone Lilliu, Loredana Cipullo, Marzia Savi, Ferdinando Ciaccia e Michela Foraggio saranno i testimoni dell’accusa e della difesa.

Al termine della rappresentazione, Pier Virgilio Dastoli, Presidente di Movimento Europeo Italia coordinerà il dibattito sui temi sollevati dalla pièce teatrale.

La locandina e tutti i materiali della comunicazione di “Processo all’Europa” sono di Riccardo Bizziccari, i testi di Marco Ferri. “Processo all’Europa” andrà in scena anche a Lecce, al Teatro Koreja il 10 maggio alle 20,45, ma con un testo della Compagnia Teatro Koreja.

di Riccardo Tavani

 

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