CINE MOLECOLE VENEXIANE 2

Film in abbonamento on-line su Mymovies 77° Mostra di Venezia. Alcuni restano disponibili per più giorni, altri sono a proiezione unica in un determinato orario.

TERRA DESOLATA. Wasteland. Superlativo dramma sociale realista iraniano. Assolutamente da vedere. Il padrone convoca operaie e operai con le loro famiglie, perché deve chiudere la fornace che da più di quarant’anni produce mattoni in quella valle desolata che è essa stessa una fornace infuocata e polverosa. La stessa scena si ripete quasi identica diverse volte, circolarmente, ma in ognuna stacca la figura e la vicenda particolare di uno dei dipendenti, nel suo intreccio di sentimenti e conflitti con gli altri e con il padrone stesso. Un bianco e nero calcinato che riprende ed esalta la lezione del neo realismo italiano. Molti mirabili e lunghi piani sequenza, a cominciare da quello d’apertura. Lo scavo dei volti, degli animi, dei dialoghi è scabro, assolutamente antiretorico, disperatamente poetico, vertiginosamente esistenziale e cinematografico.

GAZA MON AMOUR. Da vedere. Tono di commedia sentimentale come fuga dal dramma di ogni giorno nella Striscia. Il pescatore Issa non è stato mai sposato, è innamorato della vedova Sinah, ma non osa dichiararsi. Una notte pesca una statua bronzea di Apollo con il pene eretto. Finisce sotto i rigori e le prigioni della polizia di Hamas. La paradossalità della situazione è resa con un’ironia garbata e sottile che non risparmia affatto tale autorità insieme a suoi fanatismi e ottusità. La vedova Sinah è Hiam Abbas, uno dei volti più amati del cinema mediorientale e internazionale.

KITOBOYPorno chat ed emigrazione tra i ghiacci artici. Leshka è un giovane pescatore di balene della comunità Ukotka, al confine tra la Russia e l’Alaska americana. S’innamora fino a perdere la testa di una biondina che si spoglia sul web da Detroit. Tenta disperatamente di sconfinare in Usa, perdendosi tra bracci di mare e gelide terre desolate. Impressionanti le scene dal vero sulla caccia alle balene, braccate da potenti motoscafi e spietatamente arpionate come tori nell’arena. Non più disponibile alla visione.

RESIDUE. Non imperdibile. Jay, studente universitario nero, torna dalla California a Washington per girare un film sul quartiere in cui è nato. Lo trova completamente trasformato da gentrificazione galoppante, demolizioni e ristrutturazioni edili assordanti, razzismo, degrado sociale. Gli amici d’infanzia sono tutti sul margine della galera. Il suo vecchio mondo è ormai un tale residuo del passato da respingere lui stesso. Interessante per la resa molto realista dello slang, dei dialoghi, dei gesti quotidiani per renderlo il meno recitato possibile, quasi una presa diretta della drammatica realtà in atto. A ciò contribuisce anche l’uso di un montaggio nervoso, frammentato, a tratti sperimentale.

di Riccardo Tavani

Print Friendly, PDF & Email