Le stragi della camorra

Imma

Per non dimenticare Salvatore D’Addario
Vittime della Camorra. Vittime di un male inestimabile. Salvatore D’Addario, poliziotto, venne ferito, in un conflitto a fuoco con alcuni camorristi, il 30 marzo 1991 e morì dopo qualche giorno, il 4 aprile 1991. Ancora una volta il ventre malato della società colpisce e lascia segni indelebili. Le vittime, sono persone che lottano da una vita e per la propria vita e del popolo. Salvatore D’Addario si trovava,in quel lontano 30 marzo 1991, insieme alla moglie e ai due figli, in un negozio di Porta Nolana, quando si accorse di una sparatoria in strada tra i killer del clan Mariano e i sicari del gruppo ribelle, capeggiato da Antonio Ranieri e Salvatore Cardillo. Il poliziotto era fuori servizio con i propri familiari quando cercò di bloccare un gruppo di camorristi che a bordo di un furgone stavano cercando di assassinare un rivale. L’agente, mise al sicuro i familiari e provò a fermare tre uomini armati di pistola, che prima gli spararono al braccio e alla gamba e poi, per coprirsi la fuga, lo investirono con un furgone, schiacciandolo contro un palo dell’Enel. Malgrado le ferite, D’Addario riuscì a sparare e a rallentare la corsa di uno degli assassini, permettendone la cattura ad opera di una volante poco distante. Trasportato d’urgenza in ospedale, all’uomo venne amputata la gamba, ma non servì, però, a salvargli la vita. Salvatore D’Addario si spense, sfortunamente, dopo pochissimi giorni di agonia all’ospedale “Loreto Mare”. Catturato un anno dopo i fatti, uno dei killer chiese scusa alla vedova del poliziotto – eroe, Maria Pia Borrelli, attraverso una lettera pubblicata dal quotidiano “Il Roma” – scrivendo- «Sarebbe troppo facile chiedere a lei, ai suoi figli e a tutti il perdono. Mi sento profondamente addolorato, questo mio gesto di pentimento mi auguro che potrà renderle giustizia unitamente ai suoi cari facendo sì che tutti i colpevoli di questo insano gesto scontino la giusta pena». Il nome di Salvatore D’Addario è uno dei tanti nomi – eroi delle vittime della Camorra. Un male che ha colpito e colpisce ancora. Non vuole rivali né ostacoli. Meglio tacere, dunque, che rimettere la pelle. Ma solo i non coraggiosi possono camminare a testa bassa di fronte a tanta cattiveria e spazzatura. Per amor del popolo italiano molte persone, quali agenti, Ministri, forze dell’ordine hanno rinunciato alla propria vita.

di Immacolata D’Angelo

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