Steve McCurry scivola il dito su Photoshop

Giusy

Cosa succede se uno dei fotografi più conosciuti e amati dal grande pubblico, se non il più riconosciuto al di fuori della nicchia degli amanti della fotografia, viene accusato niente meno di aver ritoccato con Photoshop una sua fotografia esposta in mostra?
La bufera si è scatenata sul fotografo statunitense Steve McCurry, che avrebbe modificato una foto scattata a L’Avana, Cuba, attualmente esposta in mostra in una retrospettiva dedicata all’artista alla Reggia di Venaria. Ad accorgersi del ritocco un fotografo professionista del Cuneese che, in visita alla mostra, osserva particolarmente da vicino gli scatti del fotografo noto per la fotografia della ragazza Afgana, incuriosito dai forse eccessivi colori. Nota così un grossolano errore nell’utilizzo della modalità “timbro clone” del programma di fotoritocco, in seguito al quale il fotografo – o chi ha eseguito la modifica – non avrebbe poi cancellato residui e sbavature. Insomma, sta di fatto che nella foto incriminata il residuo di un palo della segnaletica stradale spunti fuori dalle gambe di un passante. Scoppiata la polemica, la foto viene immediatamente rimossa dalla mostra da parte della curatrice Biba Giacchetti, che comunque minimizza sull’utilizzo di Photoshop sottolineando come, non trattandosi di uno scatto di guerra, il ritocco non toglie o aggiunge nulla alla veridicità della foto. Steve McCurry reagisce invece licenziando il collaboratore che, dietro sua indicazione, aveva maldestramente corretto la foto.
L’episodio riaccende una doppia polemica in corso da tempo: una attorno allo stesso fotografo, contro cui la critica ultimamente si è scagliata per le fotografie dai colori troppo vividi e brillanti e poco reali, tutte molto simili fra loro, e che comunque vengono continuamente esposte in mostra e apprezzate da migliaia di visitatori. L’altra, di carattere più deontologico se vogliamo, circa l’utilizzo del fotoritocco in fotografia, con l’eterno dibattito tra l’importanza di una foto vera rispetto al successo di una foto “bella”. La riflessione è sicuramente più ampia rispetto ad un singolo episodio che difficilmente oscurerà il successo di un artista indubbiamente grande. Ma non dovrebbero essere i più grandi e noti ad essere più attenti, forse?