Dedicato ai visionari, il Salone Internazionale del Libro di Torino 2016

Giusy Patera

Cinque giorni, mille espositori, oltre mille e duecento fra incontri e dibattiti: dal 12 al 16 maggio Torino ospita il 29° Salone Internazionale del Libro, dedicato quest’anno alle visioni e ai visionari, quei folli assetati di cultura e parole il cui nume tutelare è Miguel de Cervantes dalla cui morte sono passati 400 anni e che proprio nell’edizione di quest’anno si festeggiano, con la proiezione dei film “Quijote” di Mimmo Paladino, il quale firma anche il logo del Salone di quest’anno.

Il primo punto fermo dell’edizione di quest’anno è dunque l’occhio verso il futuro: il Salone ancora una volta si conferma come l’evento capace di raccogliere il mondo dell’editoria raccontando l’evoluzione di lettori, scrittori ed editori che affrontano questa epoca. Premessa fondamentale in questi anni è innanzitutto capire, per poterlo meglio affrontare, l’ormai irreversibile passaggio dalla carta al digitale: dagli e-book agli audiolibri, molto spazio è dedicato ai nuovi contenitori di cultura, di cui il libro è soltanto uno strumento. Continuando sulla scia dell’innovazione dunque, il Salone del 2016 non poteva non dedicare ampio spazio alle startup del mondo editoriale. Ecco quindi lo spazio dedicato al progetto “Book to the Future”, vetrina per coloro che hanno realizzato buone idee per confrontarsi con il nuovo mercato: “l’Area Start Up del Salone è un progetto che si propone di offrire grande visibilità alle nuove iniziative imprenditoriali basate sull’Innovazione, che propongano contenuti e servizi ad alto valore tecnologico in ambito editoriale. Un’occasione per i neoimprenditori di mettersi in gioco, in un contesto stimolante, dinamico e creativo, per affrontare la sfida del digitale tra editoria, tecnologia e una nuova fruizione dei contenuti” (Giovanna Milella, Presidente della Fondazione per il Libro).

Altra novità rispetto alle edizioni passate è non aver ospitato un singolo paese estero, quanto l’aver scelto un’intera area culturale da valorizzare e far conoscere: ecco che il Salone del 2016 si apre alla cultura araba, che nella sua totalità è oggi al centro degli interessi del mondo intero. Presenti allora voci di questo mondo, dal Premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi ad Adonis o Yasmina Khadra. Il resto del mondo è comunque rappresentato, con innumerevoli incontri con autori stranieri ed italiani, tra cui Dario Fo, che ha appena festeggiato 90 anni: per un’edizione che guarda al futuro, sorretta dalla grande cultura di sempre.

di Giusy Patera