La mafia non uccide solo d’estate: la storia di Federico Del Prete

Angelica Basile

La mafia non uccide solo  d’estate, come recita l’applaudito film di Pif. Federico Del Prete, infatti, è stato freddato in un freddo giorno di febbraio del 2002 a Casal Di Principe. Non era un magistrato o un ricco imprenditore: Federico era un semplice venditore ambulante, che con dedizione svolgeva anche l’attività di sindacato allo S.N.A.A (Sindacato Nazionale Ambulanti). Come c’è finito, quindi, nel mirino della camorra un umile lavoratore come lui? Denunciando, ovviamente. Facendo l’unica cosa che chi ha una coscienza e una buona dose di coraggio può fare per cambiare, nel proprio piccolo, il mondo marcio che lo circonda.

Del Prete denunciò le estorsioni che avvenivano nei mercati campani in modo diretto e indiretto. Denunciò i subdoli mezzucci attraverso i quali i venditori ambulanti come lui vivevano sotto ricatto. Le sue denunce portarono all’arresto di un vigile urbano che si occupava di queste poco nobili attività.

Oggi al suo nome è associata una medaglia d’oro al valore civile: un riconoscimento che, per quanto onorevole, non restituisce al figlio un padre, alla moglie un marito, alla comunità un punto di riferimento. È una medaglia appesa ad un petto che non esiste più, spazzato via in modo crudele. È una medaglia che va solo ad allargare una lista, quella dei morti per mano della mafia, che è spaventosa, cruda, dolorosa.

Federico Del Prete era uno come tanti. Un eroe, certo. Ma come tanti.

di Angelica Basile