Pelle di metallo

Baroncini

L’origine degli accadimenti apparentemente straordinari degli ultimi anni, della marcia forzata di migliaia di persone verso l’Europa, non é che la somma di una serie di cause, molte delle quali pesano sulla coscienza dell’Occidente: le guerre conclamate (8 in Africa, 3 in Medio Oriente e 3 in Asia) e quelle non conclamate, ma altrettanto gravi, i regimi repressivi che negano le libertà primarie, le conseguenze delle politiche coloniali dei secoli scorsi, le spoliazioni delle risorse naturali di interi continenti, le crescite demografiche, le catastrofi naturali che sovvertono gli ecosistemi, le contese per le risorse idriche, le insostenibili diseguaglianze economiche. La migrazione, che oggi sembra aver raggiunto i numeri di un esodo biblico, era prevedibile; non è una novità, né un’eccezione, ma una prerogativa dell’Uomo: esiste da sempre, è nata con lui.

 

Ognuno ha lasciato la sua casa per una ragione o per l’altra” scriveva Seneca esiliato in Corsica. “Questo, però, é certo: che nessuno é rimasto nel luogo dove é nato. Incessante è il peregrinare dell’uomo. In un mondo così grande ogni giorno qualcosa cambia: si gettano le fondamenta di nuove città, nascono popolazioni con nomi nuovi, via via che si estinguono quelle che c’erano prima o si incorporano con altre più forti.” Spostarsi, insiste Seneca, é un bisogno naturale dell’animo, perché l’uomo é di indole inquieta, non sta mai fermo, attratto com’é da tutto ciò che é sconosciuto, insofferente della quiete. D’altra parte –sostiene- l’origine prima dell’uomo non é materia terrena. L’anima umana é fatta della stessa sostanza delle stelle e la natura delle stelle è stare in continuo movimento. I corpi celesti sono eternamente in fuga, presi in una corsa vertiginosa.

 

“Guarda le stelle che illuminano il mondo: nessuna di loro é ferma”.

Il sole attraversa tutte le costellazioni e non si ferma mai. Il suo moto, come la sua migrazione da un luogo all’altro, è perpetuo. Come si può sostenere che l’animo umano, composto della stessa polvere delle stelle, possa mal sopportare i cambiamenti e gli spostamenti, se persino la Natura si rallegra di questo eterno e rapidissimo movimento e -grazie ad esso- si conserva intatta?

Siamo il frutto di milioni di passi, e ancora ne sentiamo il rumore. Popolazioni intere hanno cambiato sede. L’Europa nei secoli si é costruita con le migrazioni e le migrazioni partite dall’Europa hanno contaminato e cambiato  la fisionomia di altri continenti. I movimenti di questi anni, che ci raccontiamo come una sorpresa inattesa, erano già scritti; questa colonna infinita di umanità che tentiamo di respingere e contrastare alzando muri, scambiando il male col bene, l’abbiamo irresponsabilmente alimentata. Pensavamo di poter cristallizzare paesi e nazioni sul filo di un confine, di poter tener fermo il mondo. E adesso: lo stupore dell’ “Eppur si muove”.

Il caos dimentico di solidarietà col quale il Vecchio Continente impreparato non ha saputo far altro che respingere, i chilometri di filo spinato, le migliaia di morti nel mare, sono una triste ipoteca morale, una montagna di detriti emotivi che si abbatte sui nostri figli, sulle nuove generazioni che dovranno rimettere il mondo in squadra.

Cosa resterà a loro di noi, civilissimi, moderni e colti cittadini europei, che abbiamo opposto un rifiuto assoluto anche solo all’idea che qualcuno da fuori potesse arrivare?

Mattia, dodici anni, interrogato sul fenomeno della migrazione, ha risposto disegnando una barca fatta di bozzoli incartati nelle coperte isotermiche, uomini dorati avvolti nelle metalline, iridescenti come pesci nella rete.

Poi ha dato un titolo al suo disegno: “Pelle di metallo”.

Lo sa anche un bambino che la pelle di metallo é la nuova pelle del pianeta, il rivestimento luccicante di polvere di stelle di una popolazione nuova e inarrestabile come gli astri di Seneca nel moto incessante dell’Universo (“Guarda le stelle che illuminano il mondo: nessuna di loro é ferma”). Gli uomini dalla pelle di metallo, che dentro sono uguali agli altri, nati con la stessa disposizione alla felicità che abbiamo tutti, attraversano il mondo portando con sé la dignità della vita e un bagaglio di paura tenuto insieme dalla speranza e dalla preghiera.

“Da ogni parte si può volgere lo sguardo al cielo; la distanza che separa l’uomo da Dio è sempre la stessa.”

di Daniela Baroncini

Print Friendly, PDF & Email