Crescita zero: Alcune pillole

AltinaIl governo prova a sorridere ma l’Istat non riesce proprio, anzi è davvero preoccupato. Ciò che inquieta l’istituto statistico, sono le stime sull’andamento economico italiano nel secondo semestre 2016. Per il premier Renzi e il Ministro dell’Economia Padoan si tratta di un miglioramento sufficiente (provando a nascondere l’imbarazzo per i dati da loro auspicati), mentre molti analisti credono che la risposta del governo non sia la più idonea. I famigerati 80 euro donati alle famiglie più povere, non sono bastati per far ripartire il nostro paese, gli investimenti intrapresi nelle varie leggi di stabilità hanno soltanto accarezzato l’idea di rilancio. Inoltre secondo il governo, rispetto agli anni della crisi, un miglioramento è avvenuto, ora è necessario capire le ragioni più profonde della mancata crescita. Si parla spesso di fattori congiunturali, oppure si dice che l’Eurozona ancora fatica ad uscire dalla recessione, di fatto tutto ciò non favorisce il nostro paese. Ora vediamo da vicino le stime economiche del secondo trimestre italiano.

Si parte dal P.I.L. (prodotto interno lordo, ossia il risultato della produzione del nostro paese in un dato periodo), che è in crescita di uno 0,1% rispetto alle stime su base annua, che lo annunciavano allo 0,7%, mentre attualmente si attesta allo 0,8%. Questa è una delle buone notizie riscontrate dall’Istat. Per l’agricoltura e i servizi si registra un leggero aumento rispettivamente dello 0,5% e 0,2%, invece di segno negativo è l’andamento dell’industria – 0,6%. Calano le spese della pubblica amministrazione dello 0,3% e anche gli investimenti dello 0,3%, quest’ultimo dato in controtendenza, perché negli ultimi cinque trimestri aveva registrato sempre un aumento. Vanno male anche le attività finanziarie – 0,6%.

Il tempo dei bilanci è presto fatto: Crescita Zero, seppur ci sono settori che registrano un andamento positivo, come il P.I.L. ad esempio, il nostro paese non riporta nessuna crescita, perché si riscontrano aumenti non significativi, pari allo 0. Per una crescita positiva è necessario rivedere tutto il funzionamento della P.A., evitare gli sprechi e, perché no, toccare proprio i privilegi dei più ricchi. Un paese con un trend negativo non può pensare al futuro, se prima non avvia tutta una serie di riforme strutturali. I tagli in questi anni di crisi hanno toccato l’istruzione e la sanità, due settori strategici per lo sviluppo di una nazione. In questo modo come si può pensare di crescere?
Siamo di fronte, ancora una volta, ad una regressione e non si tratta soltanto delle misure messe in atto dai governi, ma soprattutto di smuovere una mentalità truffaldina, insita in molti di noi.

Infine, tornando ai dati economici, si nota come il trend negativo coinvolga anche gli istituti finanziari,cioè quel settore che finora era a cuore della politica. Dato preoccupante, se pensiamo ai capitali investiti per il salvataggio degli istituti di credito negli ultimi anni, perché scopriamo con grande sorpresa che non è bastato. Sarà necessario soltanto un miracolo per una ripresa economica, e preme dire che i fondi esistono e spesso sono investiti male.

di Daniele Altina