I bambini che muoiono nella Terra dei fuochi

Da questo febbraio, ci saranno 8 sedie vuote nelle classi, 8 culle inutili, 8 bambini in meno, per strade e cortili: nell’arco di venti giorni, nella “Terra dei Fuochi”, sono morti altri 8 bambini di cancro.
Davide aveva 7 mesi, Mariana 7 anni, entrambi di Acerra, lui ha contratto un rarissimo tumore all’addome, lei prima ai polmoni, poi al cervello. Giuseppe e Francesco, avevano 11 anni, rispettivamente di Sant’Antonio Abate e Casalnuovo. Francesco, di Caserta, è arrivato persino a 18 anni. Il piccolo Checco invece, ne aveva appena quattro, e alcune settimane fa, aveva abbracciato Papa Francesco.

Il 6 febbraio, le mamme del comitato “Vittime della Terra dei Fuochi”, hanno protestato dinnanzi alla Prefettura di Napoli: dall’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, Sentieri 2016, appare evidente un aumento dei ricoveri, di malformazioni congenite e della mortalità, nei 55 comuni tra Napoli e Caserta. Ad essere più colpita è la fascia 0-14, con un incremento di neoplasie del sistema nervoso centrale.

Non è colpa di un destino bastardo, trattasi di alterazioni epigenetiche, date dallo stress ambientale: si registrano 3500 roghi di scarti industriali e rifiuti tossici, solo nel 2012; nel 2002, stando a quanto emerso dalle indagini della Procura di Napoli, sono state smaltite illegalmente 300 mila tonnellate di scorie tossiche, provenienti dal nord Italia.
Il neonatologo dell’ospedale di Caserta, Gaetano Rivezzi, rivela che se nel 2009 le esenzioni 048, riservate a pazienti affetti da tumori, alla Asl tre di Napoli (S. Giorgio a Cremano, Pomigliano e Nola), erano 111, già nel 2012 erano aumentate a 266. Nel comune di Frattamaggiore, le 136 esenzioni di quattro anni fa, sono divenute 420 lo scorso anno.

Gaetano Vassallo e Carmine Schiavone, pentiti di camorra, hanno raccontato questo commercio illecito: Gaetano ha scartato tonnellate di Pcb, policlorobifenile, una sostanza oleosa per condutture elettriche, dichiarata cancerogena nel 1983 perché la sola esposizione è in grado di provocare neoplasie. Carmine parla di commissioni provenienti dal Nord Italia, Roma, Germania, Austria, Francia, per smaltire sostanze altamente nocive chiuse in scatole di piombo, “che si saranno certamente aperte negli anni”, nel sottosuolo di Castelvolturno, Santa Maria la Fossa, Grazzanise.
La ditta ordina, lo stakeholder media tra le parti e tratta il miglior prezzo: poi i centri di stoccaggio fondono rifiuti tossici ed urbani, abbassando il valore CER e camion trasportano in tutta Italia.

E per le istituzioni basta consegnare 450 milioni al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, per la bonifica del sito “Taverna del Re” a Giugliano? Vogliamo offrire “du frittur” ai genitori orfani di figli? O vogliamo dire loro che se in Campania gli indici dei tumori sono più alti, la colpa è “più degli stili di vita, che non dell’inquinamento ambientale” ?

Se accumulassimo tutti i rifiuti smaltiti illegalmente, otterremmo una montagna alta più di 14.600 metri: citando Gomorra, si noti che l’Everest è alto 8.850 metri.
In queste terre, chi non muore precocemente di cancro, finisce a 14, massimo 16 anni, a trasportare fusti nelle cave, con due cuscini sotto al culo perché non arrivano ai pedali.
Non c’è speranza laddove chi ti dovrebbe curare e proteggere, è il primo ad essere colluso e ad ottenerne grossi compensi da tutto questo.
Scusate, bambini.

di Irene Tirnero

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