Il Calderone resiste-esiste

Il ghiacciaio del Calderone, sul Gran Sasso d’Italia, resiste al caldo tropicale e alle Fake news di questo agosto infuocato dal sole e dalle polemiche del mondo alpino. Il mio amico esploratore e grande espeto di montagne Davide Peluzzi, mi conferma che il ghiacciaio più a sud d’Europa non si è sciolto, ma conserva ancora uno spessore primordiale di più di venti metri di ghiaccio. Una verifica effettuata personalmente sul posto con alcuni suoi amici e confermata dalle splendide foto che ci ha inviato.
Il Calderone, si trova nella conca formata dalle quattro cime, Vetta Occidentale 2912 metri sul livello del mare, che è la più alta dell’Appennino, Torrione dei Cambi, Vetta Centrale e Vetta Orientale, che proteggono il ghiacciaio come torri di guardia, dalle estati furenti e dai mesti funerali che gli vengono organizzati quasi ogni anno. Il Calderone, sopravvive, anzi vive pulsando energia e armonia, condividendola con tutti gli appassionati di montagna che ogni giorno salgono sulle vette. Dopo il completo scioglimento della Sierra Nevada, in Spagna, il Calderone è il ghiacciaio più meridionale d’Europa, anche se di dimensioni ridotte, ckn circa cinque ettari di superficie, presenta caratteristiche morfologiche tipiche dei ghiacciai, come crepacci longitudinali e trasversali, morene laterali e frontali. In estate, in particolare a luglio e agosto, si sciolgono i nevai, il Calderone si presenta coperto di detriti che sono la morena superficiale, una specie di manto che contribuisce a proteggerlo dalla fusione.
Gli allarmi ingiustificati di questo torrido agosto, hanno alimentato polemiche inutili alla preservazione di questa bellezza naturale, di questa realtà climatica, essendo posto tra i 2680 e i 2800 metri di altezza. Una vera rarità unica nel suo genere, esso rappresenta l’ultimo residuo dei grandi ghiacciai dei periodi glaciali del Quaternario, quando a causa delle rigidissime temperature, estese e considerevoli lingue di ghiaccio scivolavano nelle valli del Chiarino, del Venaquaro, delle Cornacchie, nella Val Maone e Campo Imperatore.
Ho incontrato Davide Peluzzi in questi giorni, mi ha accompagnato a vedere e toccare con mano, il ghiaccio del Calderone, che è lo stesso degli anni passati, certo con molti detriti in più sul manto, anche il terremoto a fatto la sua parte per aumentare i detriti, ma il ghiaccio c’è in tutta la conca, continua ad essere protetto dalle torri delle Vette e guardato a vista dai corvi imperiali che qui nidificano, si riproducono e sono costantemente in volo nell’alveo della conca. Davide, da esperto rocciatore mi fa camminare in sicurezza sulle pietre che costeggiano il ghiacciaio, mi indica il colore azzurrino tipico di questa formazione, mi invita a scattare le foto e mi fa sentire il freddo gelido del ghiaccio che le Fake news danno per estinto. Facciamo un giro ampio dentro la conca, dove sento i gemiti del ghiaccio che respira, il battito di un cuore che pulsa da migliaia di anni, il calore affettuoso di un ghiacciaio che ama chi lo protegge e Davide Peluzzi ama questo ghiaccio e lo protegge.

di Claudio Caldarelli

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