Francesca Barracciu (Pd) abbandona il comune per il carcere: condannata a 4 anni per peculato

Francesca Barracciu, Sottosegretario del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo è stata condannata in primo grado a quattro anni per peculato. Vale a dire un utilizzo improprio di fondi pubblici sottratti alla collettività per scopi non istituzionali ultimo volto noto a balzare sulle prime pagine per lo stesso reato fu Augusto Minzolini (ex Di), con la differenza che la sarda Barracciu non ha avuto alcun senatore amico pronto a bistrattare la legge Severino. Per lei tutt’altra storia: abbandono dell’incarico da subito e che la giustizia faccia il suo corso.

“Mi sono addormentata come candidata alla presidenza della Regione e mi sono svegliata con l’avviso di garanzia” dichiara la “piddina” Francesca Barracciu il primo ottobre 2013. Procediamo un passo alla volta.  Il giorno prima, il 30 settembre, la Barracciu viene eletta candidata del Partito Democratico alle regionali in Sardegna. L’indomani la rinuncia in favore del collega Francesco Pigliaru. Il repentino abbandono è legato appunto “all’ informazione di garanzia”, l’avviso che notifica alla Barracciu l’apertura di indagini a suo carico nell’ambito dell’inchiesta sulle spese folli nel consiglio regionale sardo. Il Corriere rende note indiscrezioni che vorrebbero Luca Lotti come consigliere delle dimissioni della collega Barracciu: “Il partito non può rischiare”. Chissà se già all’ora avesse saputo del caso Consip. Meno netto fu invece Matteo Renzi, ai tempi Presidente del Consiglio: “Dimissioni apprezzate ma non sollecitate”.

Nonostante le consuete dichiarazioni rassicuranti, il 21 ottobre 2015 l’ex sottosegretaria viene rinviata a giudizio: “Uscirò a testa alta da questa storia”. E invece la storia si è conclusa con l’interdizione dai pubblici uffici relativa a una condanna in primo grado a 4 anni per peculato aggravato che la Barracciu ha liquidato come “il primo tempo di una partita che ne ha tre”. Dunque nessuna sembra perdersi d’animo tanto che i legali della politica permettono già il ricorso, a 90 giorni dalla sentenza, in Corte d’appello.

La Procura si è concentrata su due legislature in consiglio regionale: il 2004 e il 2009. Quanto si presume sia accaduto prima è ormai finito in prescrizione. Il Tribunale di Cagliari contesta una spesa complessiva di 81 mila euro, tra viaggi per motivi politici e buoni benzina. Non saranno i diamanti dell’ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito, ma anche qui qualcosa non torna. Gli inquirenti hanno rilevato delle incongruenze tra le destinazioni dei viaggi istituzionali della Barracciu e i movimenti della carta di credito della stessa ex sottosegretaria. Un’ingenuità?  Non solo, nel mirino degli inquirenti è finita anche la società Evolvere srl dell’ex compagno della Barracciu, Mario Luigi Argentero, che avrebbe organizzato seminari compensati con ben 3600 euro.

E pensare che in una querelle via social tra la Barracciu e Alessandro Gassman,  il noto attore romano chiese alla sottosegretaria “perché non lasciasse la sua poltrona” sottolineando che “a pagarla eravamo tutti noi”. La Barracciu, ai tempi spavalda e non “un po’ provata” come si è detta nei giorni scorsi,  rispose fiera: “Lei intanto che impara a fare l’attore può evitare di far pagare il biglietto per i suoi film?”. Tuttavia sembrerebbe che a dover essere rimborsati ai cittadini non debbano essere, per chi lo ritenesse necessario poi, i biglietti dei film di Gassman, ma spese decisamente più importanti.
di Irene Tinero
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