Terre d’Etruria

Tarquinia, arroccata su un promontorio, domina il litorale tirrenico. Necropoli, tombe e sapienza culinaria, rimandano agli antichi fasti etruschi.

Quando viene voglia di una gita fuori porta, magari a sfondo culturale pensate a Tarquinia, una delle città italiane più antiche, madre del popolo Etrusco. Distante da Roma circa ottanta chilometri. Facilmente raggiungibile, l’autostrada e la statale Aurelia, la sfiorano.

La leggenda dice. Che fu fondata da Tarchon, compagno del mitico eroe Tyrrhenus, capostipite degli etruschi. Fu chiamata Tarxuna, da cui deriva l’odierno nome di Tarquinia. L’antica città, era un importante centro culturale e commerciale. La vicinanza al mare favoriva un fiorente commercio, agevolato anche dallo strategico porto di Gravisca. l greci avevano con gli etruschi attivi rapporti commerciali. Questo faceva di Tarquinia una potente città. Anticamente sorgeva in un luogo poco distante da quello attuale.

La potenza etrusca nel 307 a.c. venne soppiantata dalla potenza romana. Iniziò così la dinastia dei Tarquini e di alcuni re di Roma. La sua potenza cessò nel 408 quando i visigoti di Alarico distrussero la città e il vitale porto. Fu lentamente ricostruita nel posto attuale. Le testimonianze etrusche e medievali fanno di Tarquinia un posto speciale.

A circa tre chilometri dal centro abitato si può visitare la necropoli di Monterozzi, rinomata per le sue tombe con dipinti stupendi. Sono circa centocinquanta quelle affrescate, ma solo una piccola parte di queste è visitabile. Le pitture sui muri raffigurano scene di vita quotidiana, banchetti, danzatori musici, giochi e cortei funebri. L’altro sito archeologico è l’Ara Reginae, l‘area è ubicata dove sorgeva il primo insediamento. I resti risalenti al IV secolo a.c. sono di un tempio. I ritrovamenti delle decorazioni, frammenti di iscrizioni votive e sacerdotali sono conservate nel museo di Tarquinia. Dall’Ara Reginae proviene anche il pezzo più importante. Si tratta di un gruppo policromo che sicuramente era a decoro del frontone del tempio. Raffigura due cavalli alati di magnifica fattura attaccati al timone di una biga. Recentemente hanno subito una certosina opera di restauro. Etruscopolis, invece è un museo sotterraneo in cui è stata ricostruita l’antica Tarquinia.

Ma la città non è solo tombe e necropoli. Gode di un intenso turismo estivo legato alla vicinanza del litorale tirrenico. Il paesaggio rurale è fatto di colline che si rincorrono formando un territorio fitto di vegetazione boschiva e ricco di acque. Gli antichi etruschi erano molto abili, nel costruire opere come acquedotti. Essi deviarono il corso dei fiumi, bonificarono tratti di costa paludosi. Crearono una fitta rete di irrigazione. Questo ha contribuito a rendere fertile il terreno, favorendo colture come grano, mais, orzo vite. ” I boschi e la macchia sono popolati da una ricca fauna selvatica, che include lepri, cinghiali, uccelli e fornisce una abbondante cacciagione. Proprio i prodotti della terra e la cacciagione, rendono la cucina di questa terra ricca e gustosa. Le basi culinarie di queste terre ci arrivano dagli etruschi. Lo mostrano le tante tombe, affrescate con banchetti a riprova che, fin dall’antichità, la cucina per questo popolo era al primo posto. Le trattorie, i ristoranti, le osterie sanno offrire i loro piatti, con la stessa sacralità che avevano gli etruschi. Il mangiare era un rito. Tarquinia merita una visita.

di Antonella Virgilio

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