Se vuoi andare lontano … Italia e politica

Tra meno di un mese si voterà per il rinnovo del parlamento italiano. Con le attuali leggi elettorali, ma anche con quelle che potrebbero essere modificate dopo le  elezioni, è quasi certo che non ci saranno maggioranze assolute per il governo  e sarà giocoforza tentare alleanze, solo Dio può capire come potranno fare un programma che serva alla gente.  

E per esse il primo problema  sarà chi proporre come Presidente del Consiglio Sarà una scelta tra forze eterogenee, che dovranno trovarne uno gradito, o forse, meglio, uno non sgradito. Questa è probabilmente l’unica cosa positiva che si verificherà; perché, per motivi diversi, non potranno essere accettati l’ex sindaco di Firenze, o il pregiudicato di Arcore, o il leader scelto con meno di 500 preferenze nelle elezioni interne a un movimento con 40.000 votanti e 120.000 iscritti. E quindi, chiunque esso sia, non sarà sicuramente peggiore di loro. 

 Sarà, il primo governo post elezioni, un’impresa che non reggerà a lungo. Forse, con il solo compito di escogitare una ennesima legge elettorale, con la flebile speranza che si abbia il coraggio di proporre uno dei due soli sistemi (alternativi) possibili: quello del proporzionale puro (quindi con delega ai partiti) o quello del ballottaggio alla francese (cioè con la logica del meno peggio).    

 Non sarà certamente un governo che potrà servire a qualcosa di importante.  

Forse solo a dare una dimostrazione di come non si può governare. 

Forse (magari) a convincere  la gente che la politica è una cosa seria, non ci sono sostituti su Internet.  

Forse per far comprendere che il governo non può essere una continuo annuncio di novità fantasiose, anzi, di promesse impossibili.  

Forse perché si capisca che il governo deve essere uno strumento di cose concrete: il diritto alla vita, all’istruzione, al lavoro, alla casa, alla salute, alla buona morte. Cioè che tenga conto dei bisogni di tutti, in particolare degli ultimi. Per renderne più degna la vita, per dare a tutti la speranza di un po’ di felicità, di un po’ di amore. 

 Va da sé che queste cose possono essere fatte solo da un governo per il quale lo sfruttamento è una piaga della società e non una fonte di profitto. Conseguentemente, è incredibile che in questa campagna elettorale, invece di tante promesse imbecilli, non ci siano quasi   mai riferimenti ad un mondo più vicino al nuovo Umanesimo di papa Francesco. Neppure nel  progetto abortito che il confuso laboratorio di avvicinamento tra le forze di sinistra ha tentato di comporre.. 

 “Se vuoi correre veloce, vai da solo. Se vuoi andare lontano, devi farlo insieme”. Lo dicevano in Africa, una volta .  

Non so se lo dicono ancora, soprattutto nei nostri confronti, quando da noi c’è chi spara a chi ha la pelle nera.  

Dovrebbe essere nei fondamenti  di ognuno, quel proverbio, dopo che, più di due secoli fa, la rivoluzione francese dette voce alla  coscienza popolare.  

Dovrebbe esserlo soprattutto per chi si trovi ad essere Premier di un paese con tante risorse, ma anche con tanti problemi, con tante ingiustizie.  

Non è stato così. Negli ultimi tre anni c’è stata la scelta di chi ha voluto essere solo, di chi pensa che l’evasione fiscale si combatta con sanatorie.  

Ma i problemi sono rimasti. I ricchi sono sempre più ricchi e ostentano la ricchezza. i poveri sono sempre più poveri e senza difesa. I giovani sono senza lavoro e senza speranze. Gli anziani non riescono neppure ad arrivare alla fine del mese ed a pagarsi le cure mediche. 

Ma la crisi di questi anni ci visto tra gli ultimi in Europa, e ci vede tra gli ultimi, in una ripresa faticosa.  

Ma la nostra gente, che fu popolo di migranti in paesi lontani, negli Stati Uniti, in Argentina, in Africa, in Australia e vicino, in Francia, Belgio, Germania, è istigata a non  accettare migranti dei quali, dopotutto, abbiamo bisogno. 

 Per sperare in un futuro diverso, per andare lontano, dobbiamo farlo insieme.  Non è più tempo di un uomo solo al comando, anzi, non lo è mai stato. 

Ci servono persone che abbiano maturato ideali, che abbiano la competenza politica, che conoscano e siano conosciute in Europa e nel mondo. 

Persone. Con le quali fare un tratto di strada insieme.  

Per un mondo giusto, più solidale verso tutte le donne e gli uomini della terra. 

Persone. Che abbiano attenzione per la rivoluzione incruenta di papa Francesco, la rivoluzione dell’amore, del rispetto dell’ambiente,  della  dignità per tutte le persone sulla terra. 

Non è questo il futuro che si prospetta. Non nei tempi brevi. 

Ma non possiamo, non dobbiamo arrenderci. 

Come disse padre Dante tanti anni fa: “Poca favilla gran fiamma seconda”.  

E’ la nostra speranza. Non ci possiamo, non ci dobbiamo spengere. 

 

di Carlo Faloci 

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